Crisanti all’attacco: «Il primo Cts? Una manica di incompetenti e raccomandati: hanno fatto disastri»

Il direttore di Microbiologia e Virologia all’Università di Padova commenta la questione degli scienziati in tv e accusa il Comitato tecnico scientifico della prima fase della pandemia: «Due persone erano lottizzate»

«Il problema è semplice: nel Cts siedevano due persone lottizzate che sono responsabili di disastri e di confusione perché hanno detto che il virus era morto». Così il professore Andrea Crisanti ad Agorà lancia una fortissima accusa al primo Comitato tecnico scientifico istituito dal governo Conte per far fronte all’emergenza sanitaria Covid. «Il fatto che rappresentano le istituzioni non significa che siano depositari della verità, voi avete la responsabilità di aver nominato due persone che hanno detto che il virus è morto, mi dica lei se questo non crea problemi ai cittadini», ha continuato il direttore di Microbiologia e Virologia all’Università di Padova rivolgendosi all’esponente del Pd Matteo Ricci.


Il racconto di Crisanti è chiaro: i componenti del Comitato tecnico scientifico sarebbero stati scelti tramite una spartizione di poltrone tra partiti. Un sistema che avrebbe aumentato il caos e la confusione di notizie che hanno accompagnato tutti i mesi di pandemia. La riflessione dello scienziato arriva anche in riferimento all’ordine del giorno, accolto dal governo, in base al quale i virologi e gli esperti che intervengono in tv debbano essere autorizzati dalla propria struttura di appartenenza. «Una manifestazione di vera e propria incompetenza», aggiunge Crisanti, «perché se uno è competente e sicuro di quello che fa, non ha paura della critica».


«Mettere sempre in discussione i loro pareri»

La composizione del Comitato tecnico scientifico è stata modificata lo scorso marzo con la nascita del governo Draghi. Ed è soprattutto ai componenti del primo Cts, quello istituito nel marzo 2020, che Crisanti rivolge le sue accuse: «Conteneva una manica di persone incompetenti e di persone che non erano assolutamente indipendenti, questo è stato il problema dell’Italia». Per questo motivo il virologo invita a non prendere per verità assoluta il parere che arriva dal gruppo di esperti «cercando sempre la direzione giusta da un confronto, facendo emergere dai pareri espressi tutte le eventuali contraddizioni».

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