Tolti i gradi al generale Pappalardo dopo le campagne No vax: «Ha disonorato le forze armate»

Pappalardo, noto per le sue posizioni negazioniste, ha guidato il movimento dei Gilet arancioni: «Questo è un attentato ai miei diritti politici»

Sono stati tolti i gradi all’ex generale dei carabinieri Antonio Pappalardo. Secondo quanto si apprende, a Pappalardo è stato notificato un provvedimento del ministero della Difesa che annuncia la perdita del grado per rimozione per motivi disciplinari. Le condotte dell’ufficiale sono state ritenute lesive del prestigio delle forze armate e del giuramento prestato. In passato Pappalardo, noto per le sue posizioni No vax, ha partecipato alle manifestazioni dei negazionisti e ha guidato il movimento dei Gilet arancioni.


Pappalardo: «Siamo in una dittatura»

«È un attentato ai miei diritti politici, ma non ci facciamo intimidire», ha commentato Pappalardo. «I miei avvocati stanno valutando se denunciare la commissione che ha firmato il provvedimento. Stanno commettendo dei delitti gravissimi, limitando la mia attività politica che posso liberamente fare. Io, in quanto leader di un movimento, ho semplicemente svolto la mia attività. Siamo in una dittatura vera e propria, come dimostra la polemica sull’intervento della vicequestore di Roma (Nunzia Schilirò, ndr). Nulla le proibiva di fare il suo intervento» contro il Green pass. Pappalardo, ribadendo di essere contrario al vaccino (definito «un siero sperimentale e provvisorio»), ha annunciato per il 20 ottobre una manifestazione nazionale a piazza del Popolo, a Roma.


Chi è l’ex generale Pappalardo

Pappalardo è un ex generale di brigata, in congedo dal 2006. All’inizio degli anni ’90 è stato deputato, iscritto al Partito socialista democratico italiano. In quel periodo arrivò a ricoprire per pochi giorni (dal 6 al 24 maggio del 1993) la carica di sottosegretario al ministero delle Finanze nel governo Ciampi. Lasciata l’arma, Pappalardo ricoprì la carica di presidente del Sindacato Unitario dei Pensionati in Uniforme (Supu). Nel 2019 fondò il movimento dei Gilet arancioni: candidatosi alla presidenza della regione Umbria, raccolse l’0,1% dei voti. Tra le sue proposte, anche la creazione di una lira umbra.

Foto in copertina: ANSA/Carlo Cozzoli

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