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Nadef, ok dal governo ad assegno unico per i figli. Parte la riforma sulle tasse: Pil a livelli prepandemia solo a metà 2022

29 Settembre 2021 - 12:15 Redazione
Le previsioni del governo sulla crescita economica dei prossimi anni si confermano ampiamente ottimistiche, con un aumento del Pil e dell'occupazione di gran lunga superiore ai livelli dell'ultimo decennio

In attesa della conferenza stampa – fissata alle 16 – del presidente del Consiglio Mario Draghi e del ministro dell’Economia Daniele Franco sul Documento di economia e finanza – la Nadef -, cominciano a trapelare le prime indiscrezioni sullo stato dell’economia italiana. Nella bozza, presentata ai ministri riuniti a Palazzo Chigi nella mattinata del 29 settembre, risalta il dato relativo al debito pubblico: «Il più alto livello di Pil e il minor deficit fanno anche sì che il rapporto tra debito pubblico e prodotto non salga ulteriormente quest’anno, come previsto nel Def, ma scenda invece al 153,5%, dal 155,6% nel 2020». Il Pil, a fine anno, farà registrare un aumento del +6%, mentre nel 2022 la crescita si attesterà al +4,7%. Saranno – si legge nel documento visionato dall’Ansa – gli interventi programmatici del governo a comportare una spinta del +0,5% sulla previsione del +4,2% del 2022. Ampliando la finestra temporale, le stime per il 2023 prevedono una crescita del Pil pari al +2,8% e del +1,9% nel 2024.

Ancora politiche espansive

Le stime contenute nella Nota di aggiornamento al Def prevedono che il Pil tornerà ai livelli precedenti alla crisi legata alla pandemia di Coronavirus non prima di metà 2022, con una crescita sia del Pil che dell’occupazione: «nettamente al di sopra dei ritmi registrati nell’ultimo decennio». I dati sul deficit indicano che il disavanzo pubblico torna sotto quota 10%: l’indebitamento netto, nel 2021, sarà pari al 9,4% – nel Def di primavera era stimato all’11,8% -, nel 2022 si attesterà al 5,6%, nel 2023 al 3,9% e nel 2024 al 3,3%. Secondo i dati contenuti nella bozza della Nadef all’esame del consiglio dei ministri, il debito diminuirà al 149,4% del Pil il prossimo anno, al 147,6% nel 2023 e al 146,1% nel 2024. E ciò accadrà anche grazie alle politiche espansive previste dal documento: «Ipotizzando che il grado di restrizione delle attività economiche e sociali legato al Covid-19 si vada via via riducendo, l’intonazione della politica di bilancio resterà espansiva fino a quando il Pil e l’occupazione avranno recuperato non solo la caduta, ma anche la mancata crescita rispetto al livello del 2019. Si può prevedere che tali condizioni saranno soddisfatte dal 2024 in avanti».

La riforma dell’Irpef

Nella bozza della Nadef, inoltre, si parla dei provvedimenti che incideranno sul fisco: «Gli interventi di politica fiscale che il governo intende adottare determinano un rafforzamento della dinamica espansiva del Pil nell’anno in corso e nel successivo. Rilevano in particolare la conferma delle politiche invariate e il rinnovo di interventi in favore delle pmi e per la promozione dell’efficientamento energetico e dell’innovazione. Si avvia inoltre la prima fase della riforma dell’Irpef e degli ammortizzatori sociali e si prevede che l’assegno unico universale per i figli sia messo a regime». La bozza prevede l’implementazione di 20 disegni di legge a corredo della Manovra finanziaria. Tra i ddl, ce n’è uno che riguarda la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, un altro per la revisione degli incentivi alle imprese e il potenziamento e la semplificazione del sistema degli incentivi alle imprese del Mezzogiorno, e un terzo ddl che punta allo sviluppo delle filiere e a favorire l’aggregazione tra imprese.

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