La procuratrice di Verona risponde a Salvini su Morisi: «Chi parla di complotto insulta l’intelligenza della gente»

Angela Barbaglio: «Lo sport nazionale è accusare magistrati e procure. Non abbiamo avuto alcun ruolo nella diffusione della notizia»

«Ho l’assoluta certezza che nulla è stato detto da noi e posso assicurare che nulla è stato detto dai carabinieri, quindi sinceramente non capisco proprio questa uscita. Del resto per noi parlano i fatti». Angela Barbaglio, procuratrice capo di Verona, risponde oggi in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera alle accuse di Matteo Salvini sul caso Morisi. Il leader della Lega aveva parlato di «attacco gratuito a 5 giorni dal voto» adombrando l’ombra di un complotto contro di lui. Accuse che Barbaglio respinge nel colloquio con Fiorenza Sarzanini: «Trattiamo questo fascicolo come tutti gli altri. Peraltro si tratta di una storia banale che risale alla scorsa estate. La perquisizione è avvenuta a metà agosto, che motivo avremmo avuto di far uscire adesso la notizia?». Secondo il senatore Salvini c’è la volontà di danneggiare la Lega in campagna elettorale. «E quindi avremmo tenuto a bada la notizia fino a ora? Dire una cosa del genere vuol dire insultare l’intelligenza delle persone».


Per la procuratrice «lo sport nazionale è quello di sparare accuse contro i magistrati e le procure. E soprattutto di alimentare le polemiche. Voglio dirlo con chiarezza: è uno sport che non pratichiamo». E ribadisce: «Noi non abbiamo avuto alcun ruolo nella gestione di questa notizia e quindi non so davvero che cosa rispondere. Lo ripeto, non abbiamo alcun interesse per gli effetti sull’elettorato e mai, ribadisco mai, abbiamo pensato a strumentalizzazioni delle inchieste. E poi basta analizzare le date per capire che siamo rimasti sorpresi anche noi da tutto questo clamore». In che senso? «La denuncia risale al 14 agosto, per noi è un fatto antico. Abbiamo effettuato i nostri accertamenti e nulla è mai emerso. È rimasto tutto segreto fino a che non sono state rese note le dimissioni dall’incarico».


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