Ballottaggi, Calenda tentato dal Pd. Le condizioni a Gualtieri: «Nessun 5 stelle in giunta»

L’europarlamentare ed ex ministro, dopo aver corso da solo alla tornata della Capitale, ha chiarito di non voler fare «né apparentamenti né alleanze»

Con il 19,07% delle preferenze, la lista del leader di Azione è la più votata della Capitale alle elezioni comunali. Ma non ci sarà un trasferimento del pacchetto di voti che hanno portato Carlo Calenda – in corsa da solo – a guadagnarsi il 19,81% delle schede e chiudere il primo turno al terzo posto, davanti alla sindaca uscente Virginia Raggi. Lui – e l’ha ribadito più volte da quando lo scrutinio ha rivelato che non avrebbe raggiunto il ballottaggio – non stringerà alleanze con Roberto Gualtieri, candidato del Pd, tantomeno con il centrodestra di Enrico Michetti. «Io non appoggio Gualtieri – al massimo – sarà una dichiarazione a titolo personale, ma ci devono essere alcune condizioni», ha detto a Oggi è un altro giorno. Per esempio? «Non devono esserci i 5 stelle in giunta». E per ribadire il concetto, ha aggiunto: «Io ho fatto una lista civica votata da persone di orientamenti molto differenti e non farò né apparentamenti né alleanze». E per scacciare ogni dubbio sull’eventualità – remota – di un suo. appoggio tacito al candidato di centrodestra, Calenda ha dichiarato: «Non mi sento di destra, non ho mai votato destra». Sicuramente, l’europarlamentare – che continuerà il suo mandato a Strasburgo – è lontanissimo dalla galassia grillina: «Se c’è una cosa che è uscita molto chiara dal voto è che i romani non vogliono più vedere sono i 5 stelle al governo. Su questo serve un chiarimento. Più in generale, io credo che il Pd oggi debba decidere se continuare a perseguire un’alleanza con i 5 stelle, una forza che ormai si sta sciogliendo, o guardare ad un’area più riformista», ha concluso.


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