Treviso, morta per un’embolia polmonare, l’autopsia rivela: nessuna correlazione con il vaccino

A ucciderla sarebbe stata «la negligenza del suo medico di base»: su di lui la Procura ha aperto un fascicolo

Non ci sarebbe alcuna correlazione tra la morte di Nadia Positello e il vaccino anti Covid. È questo il risultato che è emerso dall’autopsia sulla donna residente a Maser, che nei giorni precedenti il decesso aveva accusato sintomi come la mancanza di respiro e debolezza. Nadia è morta per un’embolia al polmone sinistro, provocata  da una trombosi alla gamba sinistra Non sarebbe morta per il farmaco contro l’infezione da Coronavirus, ma «per la negligenza del suo medico di base», come riportato da Treviso Today. Gli esami autoptici condotti ieri, 18 ottobre, da Antonello Cirnelli, il consulente nominato dalla Procura, hanno portato ad aprire un fascicolo di indagine per omicidio colposo in cui è stato iscritto il nome del dottore che seguiva la 49enne.


Nadia è morta lunedì scorso, 11 ottobre. Due settimane prima aveva ricevuto il vaccino, a Vedelago. Il giorno della vaccinazione, nonostante l’ok del medico di base, aveva raccontato la sua storia clinica ai medici del centro vaccinale: nella sua vita si erano alternati alcuni episodi di tromboflebiti e trombosi superficiali. Dopo un primo dubbio, i medici del centro danno a loro volta l’ok. Il decesso, secondo l’autopsia, si sarebbe potuto evitare, se solo il medico di base l’avesse mandata subito in ospedale, non appena aveva accusato i primi sintomi. Invece le sarebbe stato detto di stare a casa per riposarsi e presentarsi al pronto soccorso solo se il malessere fosse proseguito. Ci vorranno comunque novanta giorni per escludere in via definitiva il collegamento tra la trombosi e il vaccino.


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