La “moral suasion” degli Stati Uniti su Giorgetti per lasciare Draghi a Palazzo Chigi

Il retroscena: gli Usa guardano con simpatia al Belpaese e intendono farne una sponda in Europa. Ma vogliono garanzie

Gli Stati Uniti vogliono che Mario Draghi rimanga presidente del Consiglio. Possibilmente fino al 2023. Se non oltre. E lo hanno fatto capire, secondo quanto racconta oggi un retroscena su La Stampa, al ministro leghista dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti. Mandando così in fumo la strategia che aveva portato il Carroccio e il suo leader Matteo Salvini a dire sì all’ex presidente della Banca Centrale Europea a Palazzo Chigi. E che prevedeva l’ascesa di Draghi al Quirinale nel febbraio 2022 e, subito dopo, le elezioni politiche anticipate. Il retroscena de La Stampa parte da Gina Raimondo, l’«italiana» chiamata da Joe Biden a guidare il Dipartimento del Commercio. E dai consiglieri economici della Casa Bianca. Che hanno spiegato al ministro di essere pronti a dare una mano all’Italia. Considerata una sponda affidabile per gli Usa in Europa, al contrario di Germania, Francia e Gran Bretagna. Anche i think tank come AEI, Aspen, Sipa e German Marshall Fund guardano attualmente con simpatia al Belpaese.


Per questo si è parlato della possibilità che Intel apra una fabbrica di microchip a Torino o che Moderna venga in Italia a produrre i vaccini anti-Covid. Tutto questo però a patto che l’Italia sia affidabile. E l’Italia è affidabile se c’è Draghi a Palazzo Chigi. Giorgetti, spiega il quotidiano, pensa che il premier voglia andare al Quirinale, ma il sistema non glielo permetterà, in Italia come negli Usa. «Perciò ha dato garanzie sulla campagna vaccinale, il green pass e l’ancoraggio atlantista. Ovvero perché sa che la base della Lega resta nei ceti produttivi del Nord, molto interessati a fare business, e meno alle suggestioni populiste No vax, o quelle filorusse e filocinesi», conclude il quotidiano.


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