Reddito di cittadinanza, a settembre lo hanno preso 1,3 milioni di famiglie. Revocato a 90 mila nuclei

In soli 9 mesi sono decaduti dal beneficio economico 244 mila nuclei contro i 259 mila dell’interno anno 2020

A settembre sono state 1,34 milioni le famiglie che hanno beneficiato del reddito o della pensione di cittadinanza con quasi 3 milioni di persone coinvolte e un importo medio erogato di 546 euro (nello specifico, 578 per il reddito di cittadinanza e 271 per la pensione di cittadinanza). A scriverlo, nero su bianco, è l’Inps. Tra gennaio e settembre i nuclei che hanno percepito il reddito di cittadinanza sono stati oltre 1,52 milioni mentre i percettori di pensione di cittadinanza più di 160 mila, per un totale di oltre 1,68 milioni di nuclei e quasi 3,8 milioni di persone coinvolte. L’importo percepito, a settembre, varia all’aumentare dei componenti del nucleo familiare: si passa dai 445 euro per i monocomponenti a un massimo di 701 euro per le famiglie di quattro persone. In totale, la platea dei percettori di reddito e pensione di cittadinanza è composta da 2,53 milioni di cittadini italiani, 308 mila extracomunitari con permesso di soggiorno Ue e 116 mila cittadini europei. 578 mila sono i beneficiari al Nord, 417 mila al Centro e 1,97 milioni nel Sud e nelle isole.


A chi è stato revocato

Da gennaio a settembre 2021 il reddito o la pensione di cittadinanza è stata revocata a 90 mila nuclei mentre nell’intero anno del 2020 erano stati appena 26 mila. Il motivo principale della revoca è l’accertamento della «mancanza del requisito di residenza/cittadinanza». Sono decaduti dal diritto del beneficio economico, invece, 244 mila nuclei contro i 259 mila nell’interno anno 2020. La causa più frequente è quella della variazione dell’Isee che, di fatto, supera la soglia prevista. Tra i motivi di decadenza anche quello del cambio della composizione del nucleo familiare.


Chi sono i percettori del reddito

Delle 3 milioni di persone che a settembre hanno preso il reddito o la pensione di cittadinanza, 742 mila sono minorenni. Il 64 per cento, infatti, è fatto di nuclei composti da una o due persone, l’età media dei componenti è di circa 36 anni. Il 60 per cento dei nuclei percepisce un importo mensile fino a 600 euro mentre neanche l’1 per cento incassa un importo mensile superiore ai 1.200 euro. Nell’86 per cento dei casi il beneficiario del reddito è italiano, nel 9 per cento cittadino extracomunitario con permesso di soggiorno, nel 4 per cento cittadino europeo e solo per l’1 per cento si tratta di familiari di tutti i casi precedenti.

Salvini: «Decurtare il reddito a chi dice di no a una sola offerta di lavoro»

E sempre sul reddito di cittadinanza è intervenuto il leader della Lega Matteo Salvini che ha chiesto una riduzione dell’importo del beneficio nel caso in cui il cittadino rifiuti già la prima offerta di lavoro. «Ho chiesto al presidente Mario Draghi di fare controlli veri a monte e non a valle perché ci sono troppi furbetti e che ci sia una decurtazione anche per chi rinuncia ad una sola offerta di lavoro. L’obiettivo è di garantire un sussidio a chi non può lavorare, andando progressivamente ad eliminare il reddito per chi non vuole lavorare. Stiamo garantendo un sussidio ad un esercito di gente che dice di no ai contratti veri per lavorare in nero e sommare due redditi. Abbiamo chiesto un sistema per una riduzione mensile dell’importo perché è un disincentivo al lavoro», ha detto.

Reddito di emergenza

Infine, sul reddito di emergenza sono 594 i nuclei a cui è stata pagata almeno una (delle tre previste) mensilità del 2021. L’importo medio mensile è di 545 euro e il numero di persone coinvolte è di oltre 1,3 milioni. 827 mila sono i cittadini italiani, 441 mila quelli extracomunitari e quasi 82 mila i cittadini comunitari (per oltre 36 mila nuclei e un importo medio mensile di 536 euro).

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