Grillo blinda il reddito di cittadinanza: «Basta svilirlo». Il fondatore M5s all’attacco su truffe e controlli

In un lungo post sul suo blog, il comico genovese ha cercato di smontare la narrazione secondo cui la misura di sostegno abbia generato soltanto il fenomeno dei «furbetti del reddito»

All’indomani del rifinanziamento – per 8,8 miliardi – del reddito di cittadinanza, previsto nel Documento programmatico di bilancio 2022, Beppe Grillo torna a scrivere sul suo blog per difendere la misura di sostegno, bandiera del Movimento 5 stelle. «Per chi avesse ancora voglia di svilire una delle idee più rivoluzionarie di questo Paese – ha scritto il Garante del partito -, ricordo che ogni critica al reddito di cittadinanza non è un attacco al M5S, ma un’offesa a 3,7 milioni di persone che fino a ieri non riuscivano a mettere insieme il pranzo con la cena, e che finalmente non si sentono più invisibili». Ha definito lo strumento di contrasto alla povertà come una delle riforme sociali più importanti della storia repubblicana. Meno efficace come politica attiva del lavoro, Grillo si è soffermato sui dati numerici – resi pubblici dall’Inps – riguardanti i beneficiari del reddito: 1,36 milioni i nuclei familiari coinvolti, per un totale di circa 3 milioni di persone. L’importo medio degli assegni staccati è pari a 546 euro mensili. «Prevalgono i nuclei composti da tre e quattro persone, rispettivamente 646mila e 673mila. I nuclei con minori sono quasi 443mila, con un numero di persone coinvolte di oltre 1,64 milioni, mentre i nuclei con disabili sono quasi 231mila, con oltre 536mila persone coinvolte», ha riferito il Garante dei 5 stelle, riportando i dati di agosto 2021.


Nell’enucleare i dettagli anagrafici dei percettori del reddito, Grillo ha aggiunto che la platea dei beneficiari coinvolge 2,58 milioni di cittadini italiani, 318mila cittadini extra comunitari con permesso di soggiorno Ue e che risiedono da almeno 10 anni in Italia e 119mila cittadini europei. Fotografando la latitudine degli aventi diritti, inoltre, emerge chiaramente come la misura impatti principalmente sul tessuto sociale del Meridione: «La distribuzione per aree geografiche vede 592mila beneficiari al Nord e 427mila al Centro, mentre nell’area Sud e Isole supera i 2 milioni di percettori». Nella parte finale del suo articolo, il fondatore del Movimento ha cercato di smontare la narrazione secondo cui lo strumento si presti a un ingente numero di truffe: «È una delle misure più controllate. Purtroppo le truffe esistono su tante prestazioni: false invalidità, percettori di naspi con lavoro nero, cassa integrazione ad aziende che non ne hanno bisogno o che fanno lavorare i beneficiari anche in cassa integrazione, eccetera, e spesso per un valore superiore all’1%. Ma questi dati non fanno notizia», conclude.


A sostegno della sua tesi, Grillo ha raccontato dell’entità dei controlli ex ante ed ex post messi in atto per scovare i cosiddetti «furbetti del reddito». Ex ante, l’Inps avrebbe rifiutato un milione di domande di accesso al sostegno economico: circa il 40%, grazie a controlli incrociati su reddito e patrimonio. In seguito, l’Inps avrebbe revocato circa 130mila domande per motivi vari tra cui «false dichiarazioni di reddito, di patrimonio, di residenza, di nucleo, oppure omissione di dichiarazione di condannati per specifici reati, all’interno del nucleo». Ex post, ha scritto ancora il garante, le forze dell’ordine hanno contestato a precettori irregolari circa 217 milioni di euro, di cui 127 milioni già recuperati. Inoltre, «durante la pandemia, insieme al reddito di emergenza – il reddito di cittadinanza – è stato non solo uno strumento di contrasto alla povertà, ma anche una tutela verso la disperazione, che ha consentito quella necessaria coesione sociale, contro i rischi di tenuta civile. La maggior parte dei beneficiari, oltre i due terzi, non sono occupabili, ma sono minori, disabili, anziani», ha concluso Grillo.

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