Assalto alla Cgil, indagati 4 esponenti di Forza Nuova Puglia: sequestrati pc, smartphone e materiale riconducibile al fascismo

Sono stati rintracciati grazie al monitoraggio dell’attività sui social network. Dalle indagini è emersa una fitta rete di contatti tra i vertici nazionali del movimento e i destinatari dell’indagine

Quattro esponenti di Forza Nuova di Bari, Brindisi e Foggia risultano indagati nell’ambito dell’inchiesta sull’assalto alla Cgil del 9 ottobre scorso, nel giorno della manifestazione No Green pass e No vax a Roma. Perquisizioni a loro carico sono state eseguite dalla Digos, su disposizione della Dda di Bari. Uno degli indagati, in particolare, era già risultato «coinvolto attivamente nelle manifestazioni di piazza organizzate, in territorio barese, nei mesi scorsi, contro le politiche nazionali e comunitarie di contrasto alla pandemia da Covid da parte di gruppi di protesta apparentemente non politicizzati», hanno spiegato gli investigatori. Dalle indagini è emersa una fitta rete di contatti tra i vertici nazionali del movimento e i destinatari dell’odierna attività di indagine. I quattro nomi sono stati individuati grazie al monitoraggio della rete web, specie dei social riconducibili network, che ha consentito di accertare la partecipazione di due dei quattro militanti di Forza Nuova all’assalto alla Cgil.


In particolare, i due avevano postato dirette Facebook e immagini «che confermavano la loro presenza in punti cardine della manifestazione». Sull’immagine del profilo social di un terzo indagato era stato invece pubblicato parte del comunicato diramato da Forza Nuova, a firma degli esponenti nazionali Giuseppe Provenzale, Luca Castellini, Davide Pirillo e Stefano Saija, con cui si inneggiava esplicitamente a «innalzare il livello dello scontro» e si diceva che il «popolo non si fermerà». Nel corso delle operazioni di perquisizione sia a casa dei vertici di Forza Nuova di Bari, Brindisi e Foggia che nella sede foggiana del movimento di estrema destra, è stato sottoposto a sequestro «materiale con simbologia chiaramente riconducibile al fascismo», oltre a vari smartphone e notebook.


Leggi anche: