Covid, l’indice Rt in crescita. Brusaferro: «Contagi in aumento ovunque, soprattutto tra gli under 12» – Il video

Nessuna regione passerà in zona gialla. Al momento l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva e nei reparti Covid resta sotto la soglia critica. Ma Rezza avverte: «Non possiamo escludere un nuovo aumento dei casi nelle prossime settimane»

Nessuna regione passa in zona gialla. Ma la situazione inizia a preoccupare. Questa settimana 20 regioni, sulla base del monitoraggio settimanale della cabina di regia, sono classificate a rischio moderato e una regione, la Calabria, a rischio basso. Il Friuli Venezia Giulia, invece, è segnalato ad alta probabilità di progressione a rischio alto. E, infatti, in conferenza stampa, il direttore generale della Prevenzione presso il ministero della Salute Giovanni Rezza, parla chiaro: «Non possiamo escludere un nuovo aumento dei casi nelle prossime settimane. Non possiamo prevedere picchi di contagi. C’è un aumento sull’incidenza di nuovi casi di Covid. L’Rt è elevato, siamo sopra 1 ma, per fortuna. per quanto riguarda terapie intensive e ricoveri ordinari siamo sotto la soglia critica». Per Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di Sanità, «la trasmissione è particolarmente elevata. Siamo per la terza settimana consecutiva in cui aumentano, in maniera rapida e generalizzata, i nuovi casi. Bisogna agire in maniera precisa ed efficace oltre a usare le mascherine». E ancora: «L’efficacia del vaccino si abbassa dopo i sei mesi ed è quindi importante effettuare la terza dose booster».


I vaccini

Nel nostro Paese la circolazione del virus ha un andamento più contenuto rispetto ad altri Paesi ma resta comunque elevata: si passa da 385 a 421 casi in terapia intensiva, da 2.992 a 3.436 casi nei reparti Covid ordinari. L’età mediana per la diagnosi di Covid è 43 anni, quella del primo ricovero di 69, 84 invece l’età mediana per i decessi. Aumenta anche il virus nella popolazione sotto i 12 anni. Milioni e milioni, invece, sono i non vaccinati; aumenta, invece, la somministrazione della terza dose, specialmente tra gli over 80. «I vaccini riducono il rischio di contrarre l’infezione anche se non lo riducono a zero. Il virus circola tra i non vaccinati e, in una certa misura, entro certi limiti, anche tra vaccinati. Non è una protezione al 100 per cento dall’infezione che resta, comunque, molto elevata nei confronti della malattia grave, dei ricoveri in terapia intensiva e dei decessi», ha concluso Rezza.


Tutti i dati del monitoraggio

L’incidenza dei casi di Coronavirus a livello nazionale continua ad aumentare. Secondo il monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute, ora è arrivata a 78 ogni centomila abitanti, contro i 53 della scorsa settimana. Cresce anche l’indice di contagio Rt: arriva a 1,21, in aumento rispetto alla settimana precedente quando era a 1,15, e stabilmente al di sopra della soglia epidemica. È, invece, stabile l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero (Rt = 1,14 (1,1-1,19) al 2/11/2021 vs Rt=1,12 (1,06-1,17) al 26/10/2021). Le stime di Rt non dipendono dall’aumento dei test del tampone perché sono basate solo sui casi sintomatici o ospedalizzati.

Nessuna regione in zona gialla

20 regioni (su 21) sono a rischio moderato, ma il Friuli-Venezia Giulia va verso il rischio alto. La Calabria è l’unica regione classificata a rischio basso. In ogni caso nessuna regione ha superato i tre parametri per la zona gialla, ossia l’occupazione delle aree mediche oltre il 15 per cento, quella delle terapie intensive oltre il 10 per cento e l’incidenza settimanale oltre 50 casi per centomila. Cresce anche il livello di occupazione dei posti letto ospedalieri: il tasso di occupazione in terapia intensiva è arrivato al 4,4 per cento contro il 4 per cento della settimana precedente.

Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale, invece, al 6,1 per cento contro il 5,3 al 28/10. In forte aumento il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (11.001 vs 8.326 della settimana precedente). La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in diminuzione (34 per cento vs 35 della scorsa settimana). È in aumento anche la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (48 per cento vs 47). Rimane stabile, infine, la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening (18 per cento vs 18).

Foto in copertina: MINISTERO DELLA SALUTE/YOUTUBE | Video di Agenzia Vista/Alexander Jakhnagiev

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