Emergenza in Alta Austria, lo sfogo dell’infermiera: «Costretti a tenere i morti in corridoio»

La testimonianza di un’infermiera: «Di solito, quando un paziente muore viene pettinato e i parenti possono salutarlo in modo dignitoso: questo non vale per i pazienti morti per Covid, che devono subito isolati»

La quarta ondata di Covid non si ferma e travolge in pieno l’Alta Austria, facendo registrare un elevatissimo numero di decessi negli ospedali dello stato federato austriaco. I contagi nella regione hanno raggiunto livelli estremamente preoccupanti, con un’incidenza settimanale di 1.455 casi ogni 100mila abitanti. In parallelo, le ospedalizzazioni dei pazienti contagiati dal Covid raggiungono livelli che superano i limiti della sostenibilità. Così come riferito da un’infermiera all’agenzia Apa in un ospedale dell’Alta Austria, nella notte tra domenica e lunedì, sono stati registrati talmente tanti decessi per cui non si è trovato posto negli obitori, e gli operatori medico-sanitari della struttura si son visti costretti a tenere le salme dei morti nei corridoi della struttura ospedaliera. «Di solito, quando un paziente muore viene pettinato e i parenti possono salutarlo in modo dignitoso – ha spiegato l’infermiera -. Questo non vale per i pazienti morti per Covid, che devono essere inseriti in sacchi ermetici e isolati, abbandonati: fuori dalle corsie d’ospedale nessuno può immaginare cosa significhi».


Anche la forza lavoro negli ospedali è critica, conferma l’infermiera: «Siamo completamente travolti dal Covid, non abbiamo più una vita privata, ognuno di noi ha attive almeno 150 ore di straordinari, ma non ci tiriamo mai indietro». A livello nazionale, il tasso di ospedalizzazioni di pazienti Covid è più che triplicato nell’ultimo mese, mentre da ieri è attivo il lockdown per le persone non vaccinate. Nelle scorse ore un’altra conferma sulla drammatica situazione negli ospedali specialmente nella regione dell’Alta Austria era emersa dalle parole di Jutta Oberweger, il portavoce dell’azienda sanitaria regionale, che al quotidiano Der Standard aveva dichiarato che negli ospedali fossero presenti «posti liberi nei reparti di terapia intensiva solo perché ci sono pazienti che muoiono».


Foto in copertina: Agenzia APA

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