I dipendenti di Ama non saranno premiati a fine anno se eviteranno di mettersi in malattia. Dopo giorni di polemiche per l’interpretazione emersa finora sull’accordo con i sindacati, l’azienda della nettezza urbana del Comune di Roma ha diffuso una nota di chiarimento ai dipendenti dalla quale è sparita la parola «malattia». L’obiettivo dell’accordo doveva essere quello di abbattere l’assenteismo, in particolare per il periodo delle feste natalizie, quando al drastico aumento dei rifiuti coincideva spesso e volentieri un partecipato fuggi fuggi dei dipendenti Ama. Tra ferie e improvvisi crolli di salute, quest’anno le assenze nell’azienda di smaltimento rifiuti si sono attestate intorno al 15 per cento, con percentuali per i soli riposi per malattia che oscillano tra l’8,2 per cento e il 9,2.
Oltre alla parola «malattia», dall’accordo è scomparso anche un «oppure», a proposito del passaggio in cui si stabilisce che il bonus di fine anno sarà riconosciuto non solo se verrà mantenuto il tasso di assenze fino al 9 gennaio sotto il 10 per cento, ma anche ad obiettivi raggiunti: «Quanto previsto dall’accordo – si legge nella nota ai dipendenti – è finalizzato al raggiungimento di tutti gli obiettivi sopra descritti e inoltre alla riduzione del tasso di assenza di almeno il 10% nel periodo considerato». Quindi insomma la città entro la prima metà di gennaio dovrà sostanzialmente essere pulita e tutti presenti, con bonus che andranno da 360 a 200 euro lordi in base ai giorni di assenza fino al 9 gennaio. L’azienda ha anche blindato i capi di officine e impianti e chi supervisiona il lavoro delle squadre, che non potranno andare in ferie fino al fatidico 9 gennaio, e in più dovranno garantire la reperibilità 24 ore su 24, anche: «oltre il proprio orario di lavoro, compresi i giorni festivi e di riposo».
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