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Ricolfi: «La stretta arriva tardi, i contagi sono quadruplicati e la mascherina è inutile»

26 Novembre 2021 - 10:33 Redazione
Per lo studioso l'errore è stato «aver instaurato un clima di guerra, delegittimando ogni dubbio e timore sulla campagna vaccinale»

«Sapevamo da tempo di una quadruplicazione dei contagi rispetto a settembre per il solo effetto della stagione fredda, e purtroppo la quadruplicazione è già arrivata». A dirlo è Luca Ricolfi, politologo e sociologo oltre che presidente della Fondazione Hume che ora accusa il governo, colpevole, a suo dire, di aver agito troppo tardi con le misure di contenimento contro il Coronavirus. Le chiusure sarebbero dovute arrivare prima», ha detto. E ha poi aggiunto come non sia sufficiente «non puntare sulla ventilazione degli ambienti chiusi» e ha criticato la convinzione che per domare i contagi basti combinare «il vaccino con la prudenza e le restrizioni», come riportato da Il Messaggero. Un altro aspetto critico sarebbe il ritorno delle mascherine all’aperto, Ricolfi sottolinea infatti che «più studi hanno dimostrato che all’aperto, la mascherina non è quasi mai necessaria, a meno che le persone stiano a contatto strettissimo e prolungato (specie se parlano o urlano)».

«Errori di comunicazione»

Per Ricolfi, gli errori riguardano anche l’aspetto comunicativo. A cominciare dall’«aver instaurato un clima di guerra, delegittimando ogni dubbio e timore sulla campagna vaccinale (ad esempio in materia di effetti avversi, specie futuri) e, qualche volta, finendo per criminalizzare il dissenso». In secondo luogo, quello di «aver ripetuto l’errore principale del governo Conte II, ossia di inseguire il virus anziché anticiparlo. La dottrina delle misure “proporzionate”, per cui aspetti di vedere come va e stringi solo quando le cose si mettono male». Infine, «la campagna vaccinale è basata su un assunto errato, e cioè che, combinato con la prudenza e un po’ di restrizioni, il vaccino basti a tenere sotto controllo l’epidemia. Non è così, e si sapeva che non era così».

Il futuro della pandemia

Nei prossimi mesi, per arginare la quarta ondata di contagi, «quasi tutto dipenderà dai vaccinati. Se il governo continuerà a mandare il messaggio secondo cui il problema sono i non vaccinati, e i vaccinati vanno premiati consentendo loro di fare quasi tutto, l’epidemia riceverà una bella spinta. Ma più in termini di casi che di ricoveri e decessi: penso che non arriveremo a saturare le terapie intensive».

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