Previsto l'obbligo di tampone molecolare per tutti i viaggiatori che arriveranno sul territorio nazionale e quarantena fino all'esito del test
Dopo essere stato il primo a bloccare i viaggi da e per il Sudafrica, Boris Johnson ora interviene con un’altra misura anti variante Omicron. A partire dai prossimi giorni tornerà nel Regno Unito l’obbligo di indossare la mascherina nei negozi e sui trasporti pubblici locali. Regole che verranno varate nelle prossime ore e che saranno riviste entro le prossime tre settimane sulla base dell’evoluzione epidemiologica. Finora nel Regno Unito sono stati identificati due casi positivi alla nuova variante Covid. Per questo nelle ultime ore il primo ministro britannico ha stabilito nuove norme anche per i viaggiatori: il Regno Unito introdurrà il tampone molecolare obbligatorio per chi arriva sul territorio nazionale e una quarantena fino al risultato. Il ministro alla Salute Sajid Javid ha comunicato il blocco aereo per altri 4 Paesi: Angola, Malawi, Mozambico, e Zambia che si aggiungono a Sudafrica, Namibia, Lesotho, Eswatini, Zimbabwe e Botswana. «Siamo sempre stai molto chiari sul fatto che non esiteremo a intraprendere ulteriori azioni se ciò è necessario» ha concluso il ministro.
Secondo gli articoli pubblicati il 27 novembre da alcune testate giornalistiche, come Il Tempo e Tuttosport, la variante Omicron (B.1.1.529) «era nota già a luglio» stando a quanto riportato in un articolo del World Economic Forum (WEF). La stessa presunta notizia è circolata tramite i social, come la pagina fake di Wikileaks Italian che sostiene l’associazione con il fondatore del WEF Klaus Schwab (vittima di una recente bufala) e la teoria del complotto del Great Reset (ne parliamo qui).
Per chi ha fretta
Un articolo del luglio 2021 del Wef dimostrerebbe che la variante Omicron era nota da tempo e non sarebbe stata scoperta nel mese di novembre 2021.
L’articolo risulta aggiornato in data 26 novembre 2021 con l’inserimento delle informazioni relative alla variante Omicron.
La variante Omicron venne inserita per la prima volta nelle tabelle della sezione del sito dell’Oms dedicata al monitoraggio e le valutazioni delle varianti.
I database pubblici del tracciamento del Sars-Cov-2 dimostrano che la variante non era stata individuata a luglio 2021 o in data precedente.
Analisi
Secondo quanto riportato dalle due testate italiane, «la mutazione che nel frattempo è stata ribattezzata variante Omicron è nota da luglio» e che a dimostrarlo sarebbe «un articolo del World Economic Forum che spiega come gli scienziati rilevano le nuove forme del virus».
A rilanciare la presunta notizia è stato l’account Wikileaks Italian, una pagina fake non associata alla vera Wikileaks, che il 27 novembre pubblica il seguente post Facebook: «Covid19 Non è assolutamente vero che B.1.1.529 (ora #Omicron) è la nuova variante sudafricana del virus. Lo dimostra il sito del World Economic Forum del fondatore Klaus #Schwab, ideologo del #GreatReset #Covid19, che pubblica la sua scoperta a Luglio 2021».
Pubblicato anche via Twitter, il tweet di Wikileaks Italian è stato condiviso anche dall’avvocato Giuliano Marini rivolgendosi alle istituzioni europee: «. @EU_Commission @EU_Justice @ECDC_EU @EU_Health it is incorrect that Omicron be a new variant;it was known since July 21 and therefore it has been accepted that vaccines in use are effective against it. So why such an alarm? This may be a crime in some Member States @ANMagistrati».
Ulteriori condivisioni le riscontriamo dalla pagina Facebook Il Falso Quotidiano che parla di “Scoop” proveniente dal canale Telegram Il Dissidente: «SCOOP – i MEDIA parlano della nuova variante sudafricana come se fosse apparsa 2 giorni fa ..in realtà se ne parlava già il 12 Luglio 2021 sul sito del World Economic Forum …si quello di Davos…si quello che ha presidente esecutivo Klaus Schwab…si quello che ha incontrato Draghi a palazzo Chigi qualche giorno fa…..».
L’articolo di luglio del WEF
La fonte della presunta notizia è un articolo del 12 luglio 2021, dal titolo «Explainer: This is how scientists detect new variants of COVID-19», pubblicato dal sito del WEF dove viene riportata una nota nel primo paragrafo: This article was last updated on 26 November 2021.
Attraverso Web.Archive.org è possibile ricostruire le diverse modifiche dell’articolo, tra queste quelle del 12, 13 e 14 luglio 2021 fino a quelle del 26 e 27 novembre. Grazie all’archivio online scopriamo che la nota non è stata inserita venerdì 26 novembre, ma sabato 27 e in un orario molto probabilmente successivo agli articoli delle testate italiane.
Hanno inserito la nota per nascondere la verità?
No! Sempre grazie ai salvataggi disponibili su Web.Archive.org, l’ultimo e unico salvataggio che riporta la nota dell’aggiornamento risale al 27 novembre alle ore 10:07 (secondo il fuso orario dei server americani). Potete fare un confronto con il salvataggio delle ore 9:17 dello stesso giorno.
Pur tenendo in considerazione la mancanza della nota, che ha tratto in inganno i lettori, c’erano diversi modi per verificare che l’articolo non riportasse a luglio 2021 le informazioni riguardo la nuova variante. In primo luogo il codice HTML del sito, riportante gli orari delle ultime modifiche: «”dateCreated”:”2021-07-12T10:02:00Z”,”datePublished”:”2021-07-12T10:02:00Z”,”dateModified”:”2021-11-27T09:41:03Z”».
Un’altra maniera per comprendere che c’era stato un aggiornamento è la lettura di un articolo linkato nel secondo paragrafo di quello pubblicato dal WEF:
Scientists in South Africa have discovered a small number of cases of a new COVID variant. They’re working to understand its potential implications but told a news conference that it had a ‘very unusual constellation’ of mutations.
Il link rimanda a un articolo di Reuters del 25 novembre 2021 (aggiornato il 26 novembre). Risulterebbe strano, per un articolo del 12 luglio 2021 pubblicato sul sito del WEF riportare un link a quello pubblicato diversi mesi dopo da Reuters.
I dati dell’Oms
A riportare i tracciamenti e le classificazioni delle varianti è il sito dell’Oms nell’apposita sezione Tracking Sars-Cov-2 variants. Attualmente, la variante B.1.1.529 nota come Omicron è stata inserita in data 26 novembre 2021 nella tabella delle varianti VOC (qui una spiegazione delle classificazioni).
Attraverso Web.Archive.org possiamo notare che la variante B.1.1.529 non era ancora presente nell’intera sezione in data 23 novembre 2021. Risulta, anche in questo caso, fuorviante il titolo de Il Tempo nel quale si sostiene che da luglio «e gli scienziati già lanciavano l’allarme su vaccini e reinfezioni».
La variante risulta inserita per la prima volta in data 25 novembre 2021 nella tabella «Currently designated Variants Under Monitoring».
L’individuazione e le relazioni evolutive
Per evitare ulteriore confusione, riportiamo un grafico del sito Nextstraing.org che viene riproposto in alcune discussioni online per sostenere che la variate circolasse già nel 2020.
Come spiegato dallo scienziato Trevor Bedford, la nuova variante non discende da quelle già note, mentre la connessione evolutiva più vicina risale a metà del 2020. Ciò non significa che Omicron circola dal 2020, ma che dal tracciamento delle varianti il “parente più vicino” era stato individuato in quel periodo.
Conclusioni
L’articolo di luglio del Wef risulta modificato in data 26 novembre 2021, ma l’assenza della nota dell’update ha tratto in inganno utenti e giornalisti. La variante Omicron (B.1.1.529) risulta identificata per la prima volta nel novembre 2021 in diversi paesi del mondo, come riportato anche dal sito dell’OMS, e non a luglio 2021. Gli stessi database pubblici non rivelano che Omicron sia precedente a novembre o luglio 2021.
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