Cos’è il «Global Gateway», il piano europeo da 300 miliardi per contrastare l’influenza della Cina nei Paesi in via di sviluppo

Bruxelles è pronta a mobilitare una grande somma di denaro tra il 2021 e il 2027: un investimento che vuole essere «un’alternativa alla nuova via della Seta»

La Commissione europea ha lanciato il Global Gateway: il grande progetto di «connessioni sostenibili» per sostenere la ripresa post-pandemica non solo in Europa, ma anche in Africa. Un piano da 300 miliardi di euro, in linea con gli impegni concordati al G7, che farà concorrenza alla Nuova via della seta cinese. La presentazione arriva all’indomani dell’ottavo vertice Cina-Africa tenutosi a Dakar, in Senegal, tra il 28 e il 30 novembre. «Con il Global Gateway facciamo un passo in più per appoggiare investimenti e infrastrutture nel resto del mondo. I Paesi hanno bisogno di partner di fiducia per conseguire progetti sostenibili, segnati da trasparenza e da una governance competente», ha detto oggi, 1 dicembre, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, durante alla presentazione dell’iniziativa. «Vogliamo dimostrare come con un approccio democratico, fondato sui nostri valori, siamo in grado di affrontare le sfide globali».


Il documento non è stato lanciato esplicitamente come un progetto rivale della strategia cinese, ma si intuisce l’intenzione di contenere l’assertività di Pechino in Africa e nell’Indo-pacifico. «Il Global Gateway è una vera alternativa alla via della Seta, avrà un valore strategico e coinvolgerà il settore privato oltre ad attingere dai fondi comunitari – ha spiegato von der Leyen – I finanziamenti saranno erogati entro il 2027». Sì alla concorrenza con la Cina, dunque, ma non bisogna dimenticare il focus sui Paesi in via di sviluppo. «Tra il 2013 e il 2018 l’Unione europea è stato il primo fornitore di aiuti allo sviluppo nel mondo. Il nostro contributo allo sviluppo è pari a quello della Cina, ma le modalità sono diverse: Pechino presta, noi eroghiamo finanziamenti, oltre a promuovere gli investimenti privati», ha detto la commissaria ai Partenariati internazionali Jutta Urpilainen.


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