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Greta Beccaglia: «Continuano ad attaccarmi, ma non voglio essere ricordata come la giornalista molestata» – L’intervista

02 Dicembre 2021 - 20:40 Fabio Giuffrida
A Open la giornalista di Toscana Tv racconta la paura di quel momento, gli insulti e le critiche che non si fermano. Massima vicinanza al conduttore sospeso: «Lui è il mio "babbo" lavorativo, è stato il primo a credere in me, non ha sbagliato e gli voglio bene»

«Cosa ho sbagliato? Me lo puoi dire? Io ho solo denunciato quello che è accaduto». Inizia così il colloquio di Open con Greta Beccaglia, la giornalista di Toscana Tv molestata da due tifosi dopo la partita Empoli-Fiorentina del 27 novembre. «Mi hanno ferito, questa vicenda mi ha fatto male. Mi sono sentita un oggetto. Mi aspettavo che fossero arrabbiati per la sconfitta della Fiorentina ma non che facessero così. Ero impaurita. Quello che mi ha fatto più male è stata l’indifferenza, molti lì presenti non mi hanno aiutata, si sono limitati a guardare», ci confida. E ora non va tanto meglio: «Ho vomitato tutto il giorno, non ho dormito. Tutto è sulle mie spalle. Mi dicono che sono una “tr*ia, putt*na, che ho distrutto la vita di un uomo, che me lo sono cercata”. Tutte cose che fanno male». Non solo lo schiaffo sul sedere dato da Andrea Serrani, l’uomo che ha ricevuto il Daspo per tre anni, che è accusato di violenza sessuale e che adesso vive in una località segreta, ma anche di un secondo uomo che le ha toccato le parti intime. «Ha denunciato anche la seconda persona?», le chiediamo. «Io ho raccontato quello che è successo in quei minuti, tutto. Di sicuro non ritirerò la denuncia. Deciderà la magistratura quanto è stato grave l’episodio, se è molestia o violenza». Intanto è nato un gruppo a sostegno del molestatore mentre la compagna di Serrani lo ha definito «un coccolone rispettoso». In altre parole, si sta cercando di minimizzare l’accaduto.

Il video

«Mi dicono “te la sei cercata”»

Greta Beccaglia ci racconta che le hanno scritto in tante: «Mi ha chiamato una giornalista, ha pianto e mi ha detto “Ti prego continua anche per chi, come tante di noi, non ha avuto la possibilità di testimoniare”». Una cosa così non le era mai successa: «Commenti non carini sì. Prima dello schiaffo sul sedere mi hanno detto anche “tanta roba”, “che bel culo” e tanto altro. Se ci fosse stato un ragazzo al mio posto in diretta tv con un branco di donne che lo toccavano cosa avrebbe fatto? Secondo me si sarebbe comportato esattamente come me». Una sua foto, pubblicata anni fa su Instagram, in cui si vede un uomo toccare il sedere di una donna, ha scatenato una serie di critiche: «Come si può paragonare un uomo che tocca la sua donna, dunque con il suo consenso, insomma una coppia di innamorati, a una giornalista che viene toccata da uno sconosciuto, ovviamente senza consenso, in diretta tv? Io sono allibita, questa è ignoranza e a me fa paura. Sarebbe come paragonare lo stupro a due innamorati che vanno a letto».

Beccaglia difende Micheletti: «Lui è il mio “babbo” lavorativo, non ha sbagliato»

Beccaglia, subito dopo il fatto, ha deciso di non fermarsi, di tornare alla normalità e così è scesa in campo per la partita Fiorentina-Sampdoria: «Non voglio essere ricordata come la giornalista molestata, voglio imparare sempre di più e proseguire nel mio sogno». Infine ci tiene a ribadire la sua vicinanza a Giorgio Micheletti, il conduttore che – mentre Beccaglia veniva molestata in diretta – diceva: «Non te la prendere. Si cresce anche attraverso questa esperienza». Parole che non sono piaciute ai vertici di Toscana Tv e che hanno portato alla sospensione dal servizio per il conduttore. «Giorgio è il mio “babbo” lavorativo – dice a Open -, l’unica persona che ha creduto in me fin dall’inizio. Gli voglio bene. Non è una guerra tra me e lui, anzi. Giorgio non ha sbagliato, ha solo provato a difendermi, ha avuto paura che potesse succedermi qualcosa. Forse non si è accorto bene di quello che stava accadendo, eravamo in diretta. Quindi non voglio che la sua carriera venga distrutta da questo gesto che di certo non ha fatto lui. Sono con Giorgio».

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