La madre di Giulio Regeni: «Siamo felici per Zaki. Ma perché non è stato possibile salvare Giulio?»

Il ricercatore italiano è stato ucciso nel 2016. Secondo la commissione parlamentare di inchiesta i responsabili della sua morte sarebbero «apparati di sicurezza egiziani»

Paola Deffendi è la madre di Giulio Regeni. Dal 2016 insieme al marito Claudio è sempre stata in prima fila nella campagna per chiedere la verità su quello che è successo a suo figlio. La storia di Regeni è stata spesso accostata a quella di Patrick Zaki, lo studente di Bologna che è stato scarcerato dopo una detenzione durata 668 giorni. Ora, dopo la liberazione di Zaki, Paola Deffendi è tornata a parlare in pubblico, complimentandosi per questo risultato ma chiedendo, ancora una volta, giustizia per suo figlio: «Siamo immensamente felici che Patrick Zaki sia stato liberato. Purtroppo devo dire liberato ma non assolto. Vorremmo chiedere a tutti coloro che si vantano della liberazione di Patrick Zaki perché non è stato possibile salvare Giulio? Perché non è stato possibile avere quattro indirizzi ai quali notificare che quattro persone sono indagate per la tortura e l’uccisione di Giulio».


La madre di Regeni ha spiegato che da sei anni osserva quello che sta succedendo in Egitto: «Noi seguiamo tutte le vicende egiziane e sappiamo cosa vivono e cosa può succedere. Abbiamo seguito la cattura dei nostri esperti al Cairo, quindi abbiamo capito come funziona quando li prendono, quando li liberano e poi quando si aspetta la loro assoluzione. Poi c’è una tristezza di fondo per gli egiziaini. Per i Giuli e le Giulie: ogni giorno tre o quattro scompaiono, e forse a volte non si sa più dove sono. Per Zaki c’è stata una forte pressione, che ha portato alla sua liberazione. Ma ricordiamoci che tre o quattro restano rinchiusi in quelle galere».


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