Audrey Ubeda: «Io, violentata dal mio ex: quella magistrata che lo giustifica è uno choc»

Parla la donna che ha denunciato il marito per violenza domestica e stupro. «Non mi sarei mai aspettata quella richiesta di archiviazione»

Nei giorni scorsi abbiamo parlato della richiesta di archiviazione a Benevento nei confronti di una denuncia per violenza domestica e stupro. Nelle motivazioni la pubblica ministera ha scritto che i violenti atti sessuali denunciati dalla donna sono «fatti carnali che devono essere ridimensionati nella loro portata», anche perché risalenti «in una fase del rapporto coniugale in cui ‘lei’ ha messo seriamente in discussione la relazione, meditando la separazione». La pm si è espressa anche sui rapporti non consensuali, sostenendo che «è comune negli uomini dover vincere quel minimo di resistenza che ogni donna, nel corso di una relazione stabile e duratura, nella stanchezza delle incombenze quotidiane, tende a esercitare quando un marito» – che tra l’altro in questo caso «appare particolarmente amante della materia» – tenta un approccio sessuale.


La storia di Audrey

Oggi Audrey Ubeda, la donna di 38 anni che ha denunciato il marito e che oggi vive in un centro antiviolenza con i suoi bambini, parla con Repubblica. E racconta: «Sono nata a Mulhouse, in Francia, padre spagnolo, ma mia madre è campana, quindi l’Italia è mia casa. Sono laureata in Economia, lavoravo per un’azienda che si occupava di pannelli pubblicitari. Da quando ho conosciuto G., lui non è mai riuscito a trovare un lavoro stabile. E tutti i problemi venivano da lì: all’inizio eravamo in Francia e portavo io la casa avanti». Da quel periodo «sono trascorsi una decina d’anni in tutto. Quando siamo venuti in Italia, come voleva lui, abitavamo in un paesino dell’Avellinese, con sua madre a pochi metri». In questo clima maturano le violenze: «Sono diversi gli episodi. Io non potevo di dire di no alle sue richieste sessuali. Si faceva aggressivo, decideva lui come e dove e mi costringeva». E ci sono anche le violenze domestiche. Il caso più eclatante due anni fa: «Lui che prende il coltello, me lo avvicina alla gola e indicando il tg che parlava dei femminicidi, mi dice: un giorno parleranno di noi. Mia madre era presente: scioccata. Dopo un po’ venne a vivere con noi». Successivamente Audrey scappa grazie all’aiuto dei carabinieri. E non torna più a casa.


La nota della procura

Nei giorni scorsi la Procura di Benevento, guidata da Aldo Policastro, si è difesa in una nota: «Da noi nessuna sottovalutazione del seppur minimo approccio costrittivo nei rapporti interpersonali tra uomo e donna». L’opposizione all’archiviazione presentata dalla donna «è all’esame dell’ufficio» che, «è assolutamente estraneo alla prassi e agli orientamenti di tutto l’ufficio ogni e qualsiasi sottovalutazione del seppur minimo approccio costrittivo nei rapporti interpersonali tra uomo e donna e in generale in quelli che involgano la liberta in generale e quella sessuale in particolare». Ma Audrey non sembra tanto convinta. E punta il dito contro quella richiesta: «No, non me lo sarei mai aspettato. Quando il mio legale mi ha spiegato che un magistrato scagionava il mio ex, con l’immagine dell’uomo che deve vincere le resistenze della donna per ottenere un rapporto sessuale, mi sono sentita ferita di nuovo. Ammetto: mi ha scioccata sapere che quelle parole venivano da una pm donna».

In copertina: foto da Repubblica

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