L’allarme di Bassetti: «Tra un mese rischiamo 10 milioni in quarantena e l’Italia ferma»

Il primario del San Martino punta il dito sul tracciamento: «Per ogni positivo ci sono 50 persone che devono stare a casa, non ha senso»

«Se continuiamo in questo modo a fare tamponi a tutti, anche a chi non sintomi o magari ha un raffreddore, cosa potrebbe accadere il 25 gennaio con magari 1,5 milioni di persone contagiate? Vorrebbe dire avere 10 milioni di persone ferme e in quarantena». Matteo Bassetti lancia l’allarme in un’intervista rilasciata a Lapresse e ripresa da Il Giornale. Il primario dell’ospedale San Martino di Genova punta il dito sul tracciamento: «Se continuiamo con queste regole, per ogni persona risultata positiva al Covid-19 ci sono 50 persone che devono stare a casa ma ormai, per l’ampia diffusione del virus, il tracciamento non ha più senso». E poi spiega il suo punto di vista sulla questione: «Dobbiamo smettere di pensare che se qualcuno ha il tampone positivo pensa di essere appena uscito dal reattore nucleare di Chernobyl perché non è così. Continuando con questa strategia, tra un mese rischiamo di avere l’Italia ferma». Invece secondo Bassetti ci vorrebbe meno allarmismo: «Assistiamo ad un calo di letalità e i vaccini funzionano. Ecco, non vorrei più trovare i soliti noti che la sparano più grossa. Mentre vorrei vedere tante persone che abbandonano l’ideologia e pensano di più al Paese e si vaccinano. E vorrei che Natale mi porti i farmaci per curare il Covid e i nuovi anticorpi monoclonali di seconda generazione, più potenti».


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