Covid, la corsa ai tamponi continua: chilometri di file e milioni di isolati. Toti: «Paese a rischio paralisi» – I video

Code interminabili in tutta Italia per fare i test. Politici ed esperti chiedono al governo «uno stop al tracciamento dei contatti»

C’è chi la chiama corsa sfrenata, chi ne farebbe volentieri a meno e chi chiede alternative per mettersi in salvo dai contagi da Covid-19. Le file interminabili per farsi un tampone occupano da giorni gli spazi antistanti di farmacie e drive in. Sulle proprie gambe o in macchina, si aspettano ore prima di riuscire a sottoporsi al test antigenico o molecolare che verificherà la presenza o meno di Sars-Cov-2 nell’organismo. È l’effetto festività, tra cene e incontri da organizzare in sicurezza o contatti avvenuti con soggetti già risultati positivi. Il sindaco di Buccinasco, nel milanese, Rino Pruiti, ha tentato di mettere un argine al fenomeno della migrazione per un tampone che si sta sviluppando in Lombardia. «Vista la situazione di disagio degli ultimi giorni con code e attese lunghissime e sentiti farmacisti, infermieri e volontari – ha detto -, abbiamo deciso di riservare dal primo di gennaio il servizio di tamponi rapidi esclusivamente a chi risiede nel nostro comune». Si cercano i centri abitanti più piccoli per evitare le sconfinate code della città, creando intasamenti ovunque. «Negli ultimi giorni, in tutto il territorio la situazione è diventata insostenibile e crediamo sia giusto anche limitare gli spostamenti tra Comuni migliorando la gestione delle code in farmacia», ha spiegato Pruiti.


Nel frattempo, gli esperti cercano di preparare il Paese al peggio, ipotizzando scenari di circa 10 milioni di persone messe in quarantena entro fine gennaio. È Matteo Bassetti a mettere in guardia sulla crescita di positivi e quindi di contatti stretti che nei prossimi giorni correranno a verificare il proprio stato di salute tramite un test antigenico o molecolare. Per questo la proposta del primario del San Martino di Genova è quella di prevedere l’isolamento soltanto per i positivi conclamati e non per i contatti stretti: «Abbiamo oltre 50 mila casi al giorno, diventeranno molti di più, finiamola con il tracciamento e le quarantene dei contatti», ha detto, ribadendo come non si possa continuare a mettere «in isolamento forzato decine di persone per ogni tampone positivo».


Nel frattempo le file continuano a scorrere a rilento, con la prospettiva di un ulteriore aumento per le ore che precedono i festeggiamenti di Capodanno. Il rischio, come commentato anche dal presidente della Liguria Giovanni Toti, è quello di una «paralisi» del Paese. «Fra qualche settimana rischiamo di avere un Paese bloccato non dai malati Covid ma dalla gente in quarantena chiusa in casa», ha spiegato. «Visto che la maggior parte della gente che prende il virus oggi lo fa a casa con doppia dose di vaccino, forse dobbiamo rivedere le regole delle quarantene e dei tracciamenti per i contatti». E aggiunge: «Rischiamo di fare tanti tamponi inutili e di non riuscire a fare quelli indispensabili perché il sistema è sotto stress. Ai sistemi vaccinali delle Regioni si chiede di vaccinare come nei momenti più bui della campagna vaccinale».

Foto di copertina: TWITTER|@Localteamtv| Fila di macchine per i tamponi al drive in di Perugia

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