I presunti «10 difetti scientifici» che (non) smentiscono i tamponi PCR per la Covid

Perché chi nega la validità dei test PCR non riesce a raccogliere prove attendibili

Circola via Facebook un video di Massimo Citro, già noto al progetto Open Fact-checking per diverse affermazioni controverse sul nuovo Coronavirus. Il principale argomento del breve filmato ruota attorno la presunta inaffidabilità del test PCR per rilevare la presenza di SARS-CoV-2. Cita in particolare il Corman-Drosten Review Report. Questo documento dimostrerebbe, che l’articolo diventato noto nel gennaio 2020 come Corman-Drosten Report non avrebbe valenza scientifica, in quanto ignorerebbe «10 principali difetti scientifici». Citro infine, notando la vicinanza tra questo virus e quello della Sars – data la presenza di trombo-embolia nei malati -, si chiede come mai non sia stata prevista la somministrazione di eparina ai pazienti subito, quando si infettavano. Citro cita anche altre «cure», come l’idrossiclorochina, l’eparina e il cortisone.

Per chi ha fretta:

  • Il test molecolare RT-PCR è il più affidabile nel rilevare la presenza di SARS-CoV-2.
  • Da decenni il test viene eseguito in un modo tale da ridurre drasticamente la probabilità di falsi positivi o negativi.
  • Chi sostiene il contrario non presenta rilevanti dati attendibili.

Analisi

Il sito in cui appare la fonte di Citro non è protetto, chi vi accede si espone alla possibilità di vedere carpiti i propri dati. Vi invitiamo a fare attenzione nell’accedervi. Solitamente i principali fruitori di questi contenuti rifiutano di vaccinarsi, quindi di fare il Green pass, anche per una questione di diritto alla privacy. Per la sicurezza di tutti vi invitiamo a leggere l’articolo tramite copia cache. Il documento è apparso anche sul portale Zenodo, che conosciamo per la dedizione con cui ha fatto circolare materiale complottista sulla Pandemia (per approfondire potete leggere alcuni nostri precedenti articoli qui, qui e qui).

Uno dei post pubblicati con il video di Massimo Citro.

Secondo Citro il Corman-Drosten Report non sia stato revisionato, eppure appare in una nota rivista scientifica (Eurosurveillance journal), mentre a quanto pare vi sono seri indizi del contrario: è il contro-report da lui citato che non comprendiamo come possa essere stato sottoposto a revisione. Forse Citro allude al fatto che gli autori chiedono la ritrattazione del Corman-Drosten Report?

Tra gli autori troviamo alcuni personaggi come Stefano Scoglio e Fabio Franchi. Il primo è lo stesso che, assieme ad altri suoi colleghi, aveva eseguito un test diagnostico ai kiwi, aveva personalmente negato che SARS-CoV-2 fosse stato isolato e aveva promosso i propri integratori durante la pandemia. Franchi, invece, era già noto per aver negato il collegamento tra HIV e AIDS. Secondo quest’ultimo sarebbe artefatta anche l’attuale emergenza sanitaria.

Una revisione senza revisione

Ad ogni modo, secondo Citro il Corman-Drosten Report sarebbe «completamente senza senso scientifico […] con falsi positivi e negativi a iosa», e lo avrebbero scoperto questi «esperti». Il documento è stato promosso anche da Russia Today, nota testata filo-russa che in diverse occasioni aveva contribuito a diffondere disinformazione (lo avevamo visto qui, qui e qui).

Team di esperti: 10 “difetti” nel protocollo principale del test covid-19 – continua Rt -, la revisione paritaria esterna del test RTPCR per rilevare SARS-CoV-2 rivela 10 principali difetti scientifici a livello molecolare e metrodologico: conseguenze per risultati falsi positivi.

Se il paper che dimostra la validità del test RT-PCR è stato sicuramente sottoposto a revisione, non è chiaro come abbia potuto superarla la review citata da Citro. Chi avrebbe revisionato questi revisori? Il biologo molecolare Francesco Cacciante spiega a Open di avervi trovato numerose affermazioni errate, tali da portare una casa editrice a rispedire al mittente un documento del genere.

«Io un paper del genere lo rimanderei indietro – conferma Cacciante -, anche perché se vuoi fare una revisione del genere (ma questo sembra al massimo un contro-articolo) devi presentare delle prove. Non puoi solo basarti ipoteticamente su come dovrebbero essere i cicli della PCR secondo te. Devi dimostrare che possono dare origine ad amplificazioni a-specifiche». 

I principali difetti scientifici della fonte di Citro

Quali sono le problematiche più evidenti del documento citato da Citro? «Innanzitutto non è uno studio. Una lettera di richiesta di ritrattazione la può scrivere chiunque – continua Cacciante -, come al solito c’è il discorso dei primer utilizzati per il test RT-PCR». È un argomento molto abusato dai No vax. L’esperto di genomica comparata Marco Gerdol ci aveva già spiegato il funzionamento dei primer in una precedente intervista. Permettono il riconoscimento di due sequenze localizzate alle estremità di un frammento genetico, consentendo il rilevamento mediante fluorescenza, con apposite macchine PCR. Questa analisi è molto precisa, perché deve amplificare delle regioni di RNA che per lunghezza e sequenza sono specifiche del SARS-CoV-2.

«Loro sostengono che quei primer sarebbero ambigui. Non è assolutamente vero. Sono disegnati apposta per essere specifici – spiega il Biologo molecolare -, non si basano su sequenze a caso. Parlano di posizioni ambigue, perché tengono conto di alcune mutazioni sinonime; ciò non rende ambiguo il primer, anche perché più diventano lunghi e più diminuisce la probabilità. Bisogna poi considerare, che per amplificare una sequenza si usano due primer. Per amplificare una sequenza non specifica occorrerebbe non solo che ben due primer riconoscano una sequenza errata a caso, ma che queste due sequenze siano anche vicine fra loro». 

Questo gruppo di «ricercatori» sostiene che tali errori implicherebbero l’emergere di falsi positivi e negativi. «Il falso positivo anche se c’è può essere dovuto a una contaminazione – spiega l’Esperto -, difficilmente perché hai amplificato. Anche perché tu sai esattamente qual è la lunghezza della sequenza che stai cercando di amplificare, quindi se trovi sequenze non corrispondenti te ne accorgi. Parliamo di differenze anche di un solo paio di basi. I falsi negativi di solito derivano da errori dell’operatore umano. Capita a tutti di scordarsi un reagente». 

Quindi una probabilità c’è. «La PCR non è un test che si fa da due giorni, si usa da decenni nei laboratori – conclude Cacciante -, questo perché non è solo altamente sensibile ma anche altrettanto specifica. Logico che dipende da come sono disegnati i primer, ma per rilevare SARS-CoV-2 si amplificano tre geni. Quindi mi stai dicendo che c’è la possibilità di avere tre coppie di primer, le quali vanno a trovare altrettante sequenze geniche errate? Con la stessa lunghezza? In punti a caso del genoma umano? (Non vedo infatti da dove altro dovrebbero derivare). È molto più probabile subire un incidente aereo». 

Cure anti-Covid

Nel breve filmato Citro parla anche di presunte cure che non si spiega come mai non vengano date subito ai pazienti, mentre si preferisce puntare sui vaccini. Parla di eparina, idrossiclorochina e cortisone. Avevamo già visto che queste non sono affatto delle cure precoci, anzi presentano un rapporto rischi-benefici del tutto sfavorevole, specialmente se vengono somministrate ad asintomatici o malati con sintomi lievi:

  • Di eparina abbiamo trattato in particolare qui, qui e qui.
  • Sulla idrossiclorochina qui, qui e qui.
  • I cortisonici solo in determinate complicazioni qui e qui.

Conclusioni

Il documento e le dichiarazioni di Massimo Citro sui test tamponi PCR non trovano fondamento.

Notiamo in conclusione di filmato che Citro sceglie di usare il termine «siero», in luogo di «vaccino». Una scelta che probabilmente gli permette di entrare in sintonia con una precisa fascia di pubblico.

Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.

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