La furbata del No vax Djokovic per giocare agli Australian Open: «In campo con l’esenzione medica»

Il numero uno al mondo ha annunciato su Instagram la partenza per Melbourne. Dopo aver rinunciato agli Atp Cup di inizio anno, riuscirà a scendere in campo grazie a un permesso speciale

La valigia di Novak Djokovic è pronta. Il tennista ha lasciato Malaga per volare a Melbourne dove dal 17 gennaio disputerà gli Australian Open. Il numero uno del mondo si è sempre dichiarato scettico verso il vaccino anti Covid e non ha mai voluto rivelare il suo stato vaccinale. La sua partecipazione al torneo annunciata sui social avverrà grazie a un’esenzione medica che l’atleta è riuscito ad ottenere e che gli permetterà di scendere in campo insieme ai suoi colleghi vaccinati. Sorridente accanto ai suoi borsoni, in un posto su Instagram Djokovic augura buon anno e fa il grande annuncio: «Vi auguro tutta la salute, l’amore e la felicità in ogni momento presente e che possiate provare amore e rispetto verso tutti gli esseri su questo meraviglioso pianeta. Ho trascorso del tempo fantastico con i miei cari e oggi sto andando in Australia con un permesso di esenzione. Andiamo 2022!!». L’esenzione medica ottenuta dalle autorità australiane permetterà al campione uscente, nove volte vincitore del torneo che apre la stagione tennistica, sia di entrare nel Paese sia di partecipare alla gara.


L’organizzazione degli Australian Open mesi fa aveva stabilito la vaccinazione obbligatoria per tutti gli atleti partecipanti. Un bel problema per Djokovic, da sempre scettico e molto probabilmente non immunizzato. La via d’uscita però è stata presto trovata. Lo scorso 19 ottobre il premier dello Stato di Victoria Dan Andrews aveva dichiarato di non voler prevedere alcuna deroga alle regole per la vaccinazione anti Covid per i tennisti che parteciperanno agli Australian Open di gennaio. «Al virus non importa quale sia la tua classifica tennistica o quanti Slam hai vinto», aveva aggiunto, mettendo in seria discussione quindi anche la partecipazione di Novak Djokovic. «Se ottenessero un visto, probabilmente dovrebbero essere messi in quarantena per un paio di settimane, quando nessun altro giocatore dovrebbe farlo» aveva spiegato Andrews ipotizzando quello che per Djokovic è ora diventato realtà.


A difendere le posizioni del figlio era stato allora il padre: «Novak vorrebbe giocare con tutto il cuore, perché è un atleta. Ma con questi ricatti e queste condizioni, probabilmente non lo farà. Io non lo farei». E per un attimo era sembrato che anche il figlio fosse dello stesso parere. «Novak salterà l’Atp Cup, il torneo per nazioni in programma dall’1 al 9 gennaio a Sydney al 99%» aveva annunciato il team del tennista. La posizione di principio assunta per il torneo di inizio anno sembra essere venuta meno per la gara di Melbourne.

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