Israele, il commissario Covid chiarisce: «Non puntiamo all’immunità di gregge con Omicron: non sappiamo abbastanza»

La risposta al direttore del ministero della Salute, Nachman Ash, che aveva dichiarato: «Con la variante Omicron si potrebbe raggiungere l’immunità completa della popolazione»

«Non abbiamo alcuna politica che punti all’immunità di gregge. Non vogliamo che tutti vengano contagiati, ci mancherebbe altro». È la risposta del coordinatore israeliano alla lotta al Covid, il professor Salman Zarka, sulla polemica sollevatasi quando Nachman Ash, direttore del ministero della Salute, aveva dichiarato che la variante Omicron avrebbe potuto far raggiungere l’immunità di gregge in Israele, nonostante «il prezzo sarebbe quello di numerosissime infezioni». La notte scorsa, parlando all’emittente televisiva pubblica Kan, Zarka ha chiarito la questione: «Qui c’è un virus nuovo, che non conosciamo in maniera sufficiente. Non sappiamo quali potrebbero essere le sue conseguenze future. Pertanto è opportuno che tutti andiamo a vaccinarci, che teniamo le mascherine e ci proteggiamo». Non ci sono basi scientifiche che l’immunità di gregge funzioni, ha detto Zarka, secondo quanto riportato da Haaretz, aggiungendo che non si può essere sicuri che «chi sia stato contagiato dalla variante Omicron sia poi effettivamente protetto». Intanto il numero dei contagi è cresciuto in Israele con grande rapidità. Ieri sono stati oltre 10 mila, su 220 mila tamponi. Ma il premier israeliano, Naftali Bennett, ha espresso soddisfazione per l’immediata risposta al suo appello rivolto agli over 60 a somministrarsi la quarta dose di vaccino Pfizer, se sono trascorsi almeno quattro mesi dalla terza. «In un solo giorno – ha affermato – 100 mila israeliani si sono subito vaccinati o hanno almeno fissato un appuntamento. Si tratta di un grande successo». Oggi, a ricevere la quarta dose, è stato anche lo stesso Nachman Ash. Finora, secondo il sito Ynet, la nuova dose booster è stata somministrata a circa 25 mila israeliani.


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