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Rientro a scuola il 10 gennaio, ma sulla Dad si tratta: come cambiano le regole con i positivi in classe

05 Gennaio 2022 - 07:00 Giovanni Ruggiero
scuola rinvio riapertura settimana
scuola rinvio riapertura settimana
I governatori chiedono una stretta graduale in base alle fasce d'età con copertura vaccinale diversa. Ma il governo punterebbe a una semplificazione delle regole per la quarantena in caso di positivi tra gli studenti

Sul fronte della scuola, il punto fermo resta quello del rientro in classe che non subirà slittamenti di sorta rispetto alle date previste, cioè tra il 7 e il 10 gennaio. È l’unico punto respinto dal governo dopo le richieste insistenti delle Regioni, che speravano di rinviare il ritorno a scuola dopo le vacanze natalizie a fronte dell’impennata dei contagi di Coronavirus degli ultimi giorni. Il principio di base del governo è di evitare il ricorso alla Didattica a distanza, così come allo smart working per gli statali. L’idea è quindi quella di accogliere alcune delle proposte dei governatori, puntando a semplificare le regole nel caso emergano casi positivi in classe e quindi si debba ricorrere alla quarantena. Tra i punti d’accordo potrebbe esserci quindi l’introduzione del tampone non per tutti gli studenti della classe in cui sono emersi i casi di positività, ma solo a quelli sintomatici. Casi che potrebbero essere più dei quattro proposti dalle Regioni perché scatti la Dad.

I governatori chiedono poi che con i primi casi di positività si evitino le ore di educazione fisica e di musica, con l’obbligo delle mascherine Ffp2 per tutti, oltre che una costante aerazione delle aule. Di sicuro non si discute più di misure differenziate tra studenti vaccinati e non vaccinati, ma la linea delle Regioni punta almeno a imporre maggiori restrizioni per quelle fasce d’età meno coperte dalle vaccinazioni rispetto alle altre. Quindi Dad con almeno due positivi in classe alle elementari e medie, tre per le superiori. E stop al tampone il primo giorno, ma un ricorso più diffuso ai test da casa. Norme su cui però le Regioni chiedono che sia il Cts a esprimersi.

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