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Quirinale, la fitta agenda giudiziaria di Berlusconi a gennaio: gli appuntamenti in tribunale del candidato al Colle

05 Gennaio 2022 - 12:06 Redazione
Due udienze sono previste a Milano e Bari prima dell'apertura delle urne per il nuovo Capo dello Stato. Ma l'ex Cavaliere è preoccupato anche per l'inchiesta sulle stragi di mafia del 1993

Il suo è il nome al momento più citato, insieme a quello di Mario Draghi, per la successione a Sergio Mattarella a presidente della Repubblica. Il candidato di bandiera del centrodestra alla corsa al Quirinale, Silvio Berlusconi, 85 anni, ha una fitta agenda di appuntamenti in vista della data del 24 gennaio 2022, quando cominceranno le votazioni per il nuovo Capo dello Stato. Tutti di natura giudiziaria. A ricostruirli oggi è Repubblica. La prima data in calendario è quella del 19 gennaio, quando è prevista a Milano l’udienza del processo Ruby ter in cui l’ex premier è accusato insieme ad altre 28 persone per corruzione in atti giudiziari e induzione alla falsa testimonianza. Il 21 gennaio si vola invece a Bari per un’altra udienza, quella sul caso Tarantini in cui tra l’altro, nota Repubblica, la presidenza del Consiglio si è costituita contro di lui. Mentre il 24 gennaio il popolo Viola scenderà di nuovo in piazza per dire no a Berlusconi al Quirinale, due giorni dopo l’apertura delle urne a Montecitorio, il 26 gennaio, si torna nuovamente a Milano sempre per il Ruby ter. E poi nel periodo successivo sono previste altre date nei tribunali d’Italia, da Roma a Siena passando per Firenze. Col rischio, in caso di elezione del Cavaliere, di avere il primo presidente della Repubblica italiana condannato in via definitiva nel 2013 per frode fiscale per il caso dei diritti Mediaset, alla sbarra al momento in altri 4 processi e sotto inchiesta per le stragi di mafia del 1993.

Ruby ter

Nel processo chiamato Ruby ter, cominciato nel 2016, Silvio Berlusconi è accusato di aver pagato le “olgettine” per dire il falso in occasione del filone principale, il processo Ruby in cui l’ex Cavaliere è stato comunque assolto in tutti e tre i gradi di giudizio dall’accusa di concussione e prostituzione minorile. Secondo quanto ricostruisce Repubblica i procedimenti sono stati divisi in sei tribunali diversi: 4 sono poi tornati a Milano, uno è rimasto a Roma e un altro a Siena. Qui Berlusconi è stato assolto dall’accusa di aver indotto a mentire il suo pianista di fiducia. Le motivazioni della sentenza non sono ancora uscite e non è noto se la procura deciderà di fare ricorso in appello. A marzo Berlusconi è atteso in tribunale a Roma.

Il caso Tarantini

Il 21 gennaio è in calendario a Bari un’altra udienza di un processo che dura ormai da quasi 10 anni. Qui l’ex premier deve rispondere all’accusa di avere pagato Gianpaolo Tarantini per mentire in merito alle famose “cene eleganti”, le serate a casa di Berlusconi che per la Cassazione non erano tali ma, almeno in alcune occasioni, incontri in cui delle ragazze si prostituivano. Qui come detto la Presidenza del consiglio dei ministri si è costituita parte civile ritenendosi lesa dal comportamento dell’allora presidente del Consiglio.

Le stragi di mafia

Siamo a Firenze: qui la procura ha riaperto per la terza volta l’inchiesta sui mandanti occulti delle stragi di mafia del 1993, iscrivendo ancora una volta Berlusconi nel registro degli indagati con Marcello Dell’Utri. L’ultima proroga delle indagini è in scadenza tra marzo e aprile: dopodiché i pm eventualmente potrebbero chiedere il rinvio a giudizio. Al centro delle indagini il fascicolo del 2017 ripreso dal procuratore Giuseppe Creazzo e dai pubblici ministeri Luca Turco e Luca Tescaroli, dopo che Giuseppe Graviano è stato intercettato nel carcere dell’Ucciardone a Palermo. Graviano, responsabile degli attentati a Falcone e Borsellino, interrogato nel 2021, dice di avere incontrato Berlusconi nel dicembre del 1993 a Milano, prima della sua storia “discesa in campo” in politica. La sua latitanza era già cominciata. E racconta ancora di avere concordato con Berlusconi un investimento di 20 miliardi delle allora lire con un ritorno del 20% del totale versato. «Mio nonno ha consegnato a mio cugino Salvatore una carta, che mi ha mostrato: era firmata da Berlusconi e dalle persone che avevano fatto l’investimento», mette a verbale il boss secondo quanto riporta l’Espresso. Il documento non risulta essere stato ancora rinvenuto, nonostante le decine di perquisizioni degli investigatori della Direzione investigativa antimafia.

In copertina ANSA/FABIO FRUSTACI | Silvio Berlusconi parla con i giornalisti alla fine del summit del centrodestra a Villa Grande, Roma, 23 dicembre 2021.

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