In Evidenza ENISiriaUSA
SPORTAustraliaAustralian OpenCoronavirusInchiesteNo vaxNovak DjokovicTennis

Djokovic fa ricorso, il governo australiano congela l’espulsione fino all’udienza del 10 gennaio

06 Gennaio 2022 - 09:10 Redazione
Congelata la decisione del governo australiano, che aspetterà la decisione del giudice di Melbourne prima di espellere il tennista

Non arriverà prima di lunedì 10 gennaio la decisione del giudice di Melbourne sul ricorso di Novak Djokovic. I tempi quindi si allungano per le procedure di espulsione decise dalle autorità australiane, che hanno deciso di ritardare l’operazione contro il tennista fino all’udienza finale con il giudice Anthony Kelly, arbitro della complicata partita tra il tennista e il governo australiano. Non è stato ancora chiarito dove Djokovic potrà trascorrere i prossimi giorni e se dovrà restare sotto sorveglianza. Il tennista numero uno al mondo ha deciso di fare ricorso contro la decisione delle autorità australiane di cancellare il suo visto ed espellerlo dal Paese. Nelle prossime ore il giudice Kelly esaminerà la richiesta del serbo, che da ieri è bloccato all’aeroporto di Tullamarine dopo che le autorità australiane non hanno accettato il suo visto alla luce dell’obbligo di vaccinazione anti Covid necessario per entrare in Australia.

Il tennista, da sempre su posizioni antivacciniste e che non ha mai chiarito se abbia o meno fatto il vaccino anti Covid, sperava di partecipare agli Australian Open grazie a un’esenzione medica, sulla quale il governo australiano e l’organizzazione del torneo hanno sin da subito chiesto chiarimenti. Djokovic però: «non è riuscito a fornire prove adeguate per soddisfare i requisiti di ingresso in Australia – scrive in una nota l’Australian border force – e il suo visto è stato successivamente annullato». Secondo il Times, lo stop sarebbe arrivato per colpa di un errore di un membro dello staff del tennista che ha chiesto: «una sottoclasse di visto che non si applica a coloro che hanno ricevuto esenzioni mediche da un vaccino contro Covid-19». Da lì è partito un interrogatorio di circa cinque ore nella notte australiana, di cui tre senza poter accedere al telefono.

Leggi anche:

Articoli di SPORT più letti