Il clima gelido agli Australian Open per il No vax Djokovic? Perché chi pensa di vederlo perdere resterà deluso

«Non c’è persona al mondo che sia stata fischiata sul campo da tennis più di lui – ha spiegato il suo ex preparatore atletico -. Penso che questo sia solo carburante. Non diventi un grande campione senza essere in grado di superare avversità come questa»

Il numero uno del tennis mondiale è pronto ad accettare ogni sfida, anche quella di giocare gli Australian Open in un clima di grande ostilità, dopo tutto il capitolo sul suo visto in Australia originata dalla sua condizione di non vaccinato contro il Covid. Se mai gli venisse concessa la possibilità di indossare la sua divisa Lacoste e di imbracciare la sua racchetta, Novak Djokovic dovrà affrontare un’atmosfera pesante, sia in campo che sugli spalti, come anche dietro le quinte, negli spogliatoi e tra gli organizzatori della storica rassegna tennistica. Le grosse polemiche scatenatesi nel corso della settimana, hanno trasformato la vicenda del tennista serbo in una questione di Stato, politica e sociale. Ma chi conosce bene Djokovic sa che la sua mente di giocatore freddo è in grado di affrontare condizioni difficili, compreso il clima più che ostile che per lui si prospetta al torneo, con la probabilità di cori e fischi tra il pubblico.


Per gli altri giocatori è certamente difficile accettare che la star del tennis possa giocare senza essere vaccinata. Il sito di notizie portoghese Bolamarela ha raccolto le parole del numero 140 del mondo, Joao Sousa: «Posso essere solidale con quello che sta vivendo in Australia, ma è un po’ egoistico da parte sua arrivare qui come unico giocatore non vaccinato. È difficile per noi giocatori accettarlo. In molti non volevano vaccinarsi e sono stati costretti a farlo per poter giocare ai tornei». Dello stesso avviso è il tennista Marton Fucsovics – che l’anno scorso a Wimbledon perse contro Djokovic ai quarti di finale: «Le regole sono state decise mesi fa, tutti dovrebbero essere vaccinati. Se Djokovic non lo è, non credo abbia il diritto di stare qui», ha commentato da Melbourne alla stampa ungherese.


Di certezze sulla sua partecipazione non ce ne sono ancora perché il ministro dell’immigrazione australiano sta continuando a valutare di annullare il visto del tennista serbo ed è notizia delle ultime ore che la decisione su una sua eventuale espulsione sembra destinata a slittare ulteriormente, dopo che i legali del 34enne serbo hanno presentato nuove documentazioni che influenzeranno ancora le tempistiche. Secondo Craig O’Shannessy, che ha lavorato come analista strategico e tattico per Djokovic, «non sarà una novità per lui giocare in condizioni difficili, vista l’esperienza mentale e l’estrema durezza sfoggiata in campo».

Stando a quanto riporta Reuters, secondo O’Shannessy va tenuto conto del fatto che il tennista serbo ha sviluppato e affinato ottime tecniche per affrontare l’ostilità dentro e fuori dal campo. Molta esperienza l’ha fatta nel corso degli anni gareggiando con le star sempre preferite dai fan, Roger Federer e Rafa Nadal. Per questo, sostiene il preparatore atletico, «non c’è persona al mondo che sia stata fischiata sul campo da tennis più di Novak. Penso che non avrà problemi a prepararsi in questo clima. Penso che questo sia solo carburante in più per lui – conclude -. Non diventi un grande campione così senza essere in grado di superare avversità come questa».

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