Covid, Gimbe: «Impennata di ricoveri in una settimana: +31%. A fine gennaio tante Regioni in zona arancione»

Secondo la Fondazione, le tradizionali misure sperimentate finora per contenere il virus si stanno dimostrando «insufficienti a frenare la salita dei contagi»

La forte pressione dei nuovi contagi da Coronavirus sulle strutture ospedaliere è il primo dato che balza agli occhi dell’ultimo monitoraggio della Fondazione Gimbe. Nel periodo che va dal 5 all’11 gennaio, è cresciuta in modo netto la pressione sugli ospedali, sia nei reparti di area medica che nelle terapie intensive. La pressione ospedaliera è aumentata del 31% per quanto riguarda i ricoveri nei reparti ordinari di pazienti con sintomi. In termini assoluti si è passati dai 12.912 della settimana precedente ai 17.067. Sul fronte delle terapie intensive l’incremento di ospedalizzazione è ancora più grave: il rapporto parla di un +20,5%. Ciò significa che i malati Covid in questi reparti sono passati da 1.392 della precedente rilevazione a 1.677. Altra percentuale allarmante registrata nell’ultima settimana presa in esame è quella delle vittime legate al Covid: i decessi sono aumentati del 35,4%. Elemento altrettanto urgente da tenere in considerazione è che «il sovraccarico degli ospedali comporta il rinvio della cura di altre malattie», come sottolinea Gimbe. «Molte regioni si avviano verso la zona arancione entro fine mese», spiega la fondazione.


I nuovi casi

«Nell’ultima settimana – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – si è registrata un’ulteriore impennata di nuovi casi che hanno superato quota 1,2 milioni, con un incremento che sfiora il 50% rispetto alla settimana precedente e una media mobile a 7 giorni che aumenta da 128.801 del 5 gennaio a 172.559 l’11 gennaio (+34%)». Per l’esattezza, nel lasso di tempo che va dal 5 all’11 gennaio, l’andamento della pandemia ha registrato un repentino aumento di contagi pari al 49%, che sono stati un milione e 207.689 rispetto agli 810.535 della settimana precedente. I casi attualmente positivi sono 2.134.139 rispetto a 1.265.297 della settimana precedente, pari a +68,7%. In questa fase della quarta ondata Covid, nonostante non sia ancora noto con esattezza quando si manifesterà il plateau, l’incidenza segna 2.000 casi per 100.000 abitanti. Secondo la Fondazione Gimbe, le tradizionali misure sperimentate finora per contenere il virus si stanno dimostrando «insufficienti a frenare la salita dei contagi».


I vaccini

Sul fronte della campagna vaccinale, nella settimana che va dal 3 al 9 di gennaio, il monitoraggio riporta 483.512 nuove somministrazioni, con un aumento del +62,1%, rispetto al dato di 298.253 relativo alla rilevazione precedente. Un aumento importante che si riferisce in particolare alla fascia di età dei più piccoli. Tra i 5 e gli 11, sono stati somministrati 267.412 vaccini, con un +53,3%, e tra i 12 e i 19 anni si contano 61.778 somministrazioni, con un +65,5%. Un altro elemento degno di nota è quello relativo alle prime dosi, alla luce dell’inserimento dell’obbligo vaccinale per gli over 50. La fondazione Gimbe rileva che la misura per il momento «non ha sortito grandi effetti, visto che in questa fascia anagrafica i nuovi vaccinati sono solo 73.690». All’11 gennaio rimangono 8,61 milioni di persone che non si sono sottoposte nemmeno alla prima dose di vaccino. Tra questi, 2,21 milioni sono over 50 ad elevato rischio di malattia grave e di ospedalizzazione.

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