Covid, arriva la frenata dei contagi? Gli esperti: «Siamo al plateau ma la discesa non è scontata»

I dati delle ultime ore cominciano a segnalare un rallentamento della crescita di diffusione. Grazie anche ai circa i milioni di italiani attualmente isolati

Nel pieno di un’ondata di contagi record l’attesa è per l’arrivo dell’ormai famoso picco. Di quella situazione cioè che matematici e fisici spiegano come un’assestamento della crescita dei numeri fino ad arrivare a zero e intraprendere così una progressiva discesa. Il momento è atteso per fine gennaio e i dati delle ultime ore cominciano a suggerire un avviamento verso il tanto atteso plateau. La velocità della crescita dei contagi sta diminuendo: si tratta di un incremento dei nuovi casi rispetto ai 7 giorni precedenti pari a lieve 20%. In buona sostanza si corre più lentamente. Utile dire che si tratta pur sempre di una corsa a ritmi ancora sostenuti. Quasi 190 mila contagi al giorno sono tutt’altro che la normalità. Ma il rallentamento della crescita è un dato fondamentale per capire l’effettiva accuratezza delle previsioni matematiche finora fatte da tecnici ed esperti.


Quarantena e feste finite

Come il modello matematico del Cnr (spiegato a Open dal presidente del Dipartimento di Scienze fisiche Corrado Spinella), suggerisce: «il criterio dello spostamento delle persone» è uno degli indicatori fondamentali per calcolare il livello di diffusione del virus sul territorio nazionale. Non a caso la frenata attuale si verifica in un momento in cui appare in isolamento almeno 1 italiano su 10, con 2,4 milioni di positivi. Se a questa cifra aggiungiamo anche i contatti stretti portati per questioni logistiche a restare a casa, come nel caso di bambini o fragili contagiati, si arriva a circa 6 milioni di persone. Isolamento da Covid-19 vuol dire inevitabilmente anche meno vita sociale, ristoranti e luoghi pubblici meno affollati, uffici e aziende in smart working. In buona sostanza un mini lockdown non imposto dal governo ma forzato dalla contrazione del virus. Oltre ai contagi, a collaborare alla frenata c’è anche l’effetto post vacanze natalizie. Finito il tempo di cenoni, incontri tra parenti e amici e settimane bianche, gli spostamenti rischiosi sono diminuiti favorendo di conseguenza una minore circolazione anche del virus. E tutto questo nonostante l’effetto Omicron, variante contagiosa ben 5 volte di più rispetto a Delta e ora, secondo gli ultimi dati Iss, dominante sul territorio nazionale all’81%.


«Attenzione all’abbaglio da tracciamento mancato»

«Lo dico con prudenza», ha dichiarato il prof. Fabrizio Pregliasco nelle ultime ore, «ma il prezzo che stiamo pagando alla Omicron, con molte persone che si contageranno, potrebbe ridurre drasticamente la platea dei suscettibili. Questa potrebbe essere l’ultima grande ondata che dovremmo subire, per la prossima dovremmo attendere l’autunno». Ma c’è un “però”. Il virologo avverte sulla possibilità di non vedere la discesa dopo il picco a causa della riapertura delle scuole. Possibilità sottolineata anche dal coordinatore del sito di dati Covidstat e fisico Daniele Pedrini: «La discesa non va data per scontata. C’è anche la possibilità che a causa dell’alta contagiosità più di tanti tamponi non riusciremo ad eseguire e che quindi a un certo punto il numero di positivi trovati si fermerà. Ma la frenata non vorrà dire discesa».

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