Omicidio di Saman Abbas, lo zio respinge ogni accusa: «Sono stato incastrato»

Danish Hansnain è stato ascoltato oggi in un interrogatorio davanti al gip. È accusato di essere l’esecutore materiale dell’omicidio della 18enne

Lo zio di Saman Abbas avrebbe negato ogni coinvolgimento con la scomparsa della nipote. Danish Hansnain, 34enne di nazionalità pachistana, avrebbe sostenuto di essere stato «incastrato», durante l’interrogatorio davanti al Gip tenutosi oggi 24 gennaio e conclusosi dopo meno di due ore e mezza. I Carabinieri e la Procura di Reggio Emilia lo accusano di essere l’autore materiale e l’organizzatore dell’omicidio della giovane, in concorso con due cugini e i genitori della 18enne. Saman è scomparsa il 30 aprile dalla casa di famiglia a Novellara, dopo essersi ribellata a un matrimonio combinato. Hansnain ha partecipato all’interrogatorio in videocollegamento dal carcere di Reggio Emilia. Era stato estradato dalla Francia il 20 gennaio, dove era andato il 22 settembre: l’uomo ha sempre negato ogni responsabilità, anche durante le udienze di Parigi.


«Il video con le pale? Andavamo all’orto»

Secondo quanto riportato dall’avvocata Lalla Gherpelli, «proprio in considerazione degli ottimi e affettuosi rapporti che aveva con la nipote», lo zio ha ritenuto «plausibile che si fosse allontanata volontariamente». L’uomo avrebbe «ventilato la possibilità» che il fratello di Saman abbia fatto le dichiarazioni a suo carico «spaventato e condizionato dal padre Shabbar, anche in considerazione di un potenziale vantaggio di natura economica che deriverebbe dalla sua condanna». Per quanto riguarda il video che lo ritrae con pala e piede di porco insieme a due cugini risalente al 29 aprile, quando secondo gli investigatori andarono a scavare la fossa a Saman, l’avvocata ha detto: «Ha dichiarato che stavano andando a fare dei lavori nell’orto».


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