Il retroscena su Mattarella al Quirinale: i 46 voti “segreti” il segnale per l’ok al bis

Durante la votazione per Casellati al presidente sono arrivati i voti dei centristi. Quello è stato il segnale per la sua rielezione

C’è un momento ben preciso nella partita del Quirinale in cui si è capito che la rielezione di Sergio Mattarella poteva costituire una soluzione possibile. È successo tutto venerdì mattina, durante la votazione per Elisabetta Casellati. Nell’occasione all’allora presidente uscente sono arrivati 46 voti. Meno di quelli che aveva ricevuto il giorno prima (166). E di quelli che avrebbe ricevuto anche nel voto successivo. Ma Enrico Cuccia spiegava che le azioni a volte si contano e a volte si pesano, e questo vale anche per i voti. Come racconta oggi un retroscena su Repubblica, mentre nelle precedenti votazioni a scegliere Mattarella erano stati Grandi Elettori del centrosinistra e del M5s, nell’occasione le preferenze sono arrivate da Forza Italia, da Coraggio Italia e dal Gruppo Misto.


Il piano inclinato

I 46 voti arrivati dal centrodestra hanno rappresentato, come ha detto il giorno dopo il segretario del Pd Enrico Letta, il “piano inclinato” su cui si è fondata la rielezione. Insieme, ovviamente, ai 336 racimolati durante la sesta votazione. E ai segnali arrivati durante i voti andati buchi. Come l’intervista rilasciata dal Grande Elettore e presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana Gianfranco Micciché, il santino del presidente che tanti parlamentari sfoggiavano e le condizioni sussurrate ai partiti per il bis, secondo uno schema che alla fine è risultato vincente. E che servirà anche a puntellare il governo Draghi, che ora diventa quasi impermeabile ai veti dei partiti e finirà la legislatura, magari portando il premier al Colle al prossimo giro.


Lo staff riconfermato

Intanto il presidente ha deciso di riconfermare lo staff che lo ha accompagnato nel suo primo settennato. Tranne la consigliera diplomatica Emanuela D’Alessandro, che sarà ambasciatrice a Parigi, gli altri torneranno tutti al suo posto. Giovanni Grasso, 60 anni, sarà ancora portavoce. Ugo Zampetti, 72 anni sarà il segretario generale del Quirinale. Gianfranco Astori, 74 anni, rimane consigliere per l’informazione così come il consigliere politico Francesco Saverio Garofani, esperto per le questioni internazionali ed ex deputato Pd.

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