Guerra ibrida con false flag o «bomba atomica»: i piani segreti della Russia per l’attacco all’Ucraina

Gli scenari sul tavolo di Mosca. Che sposta unità e artiglieria e lanciarazzi in posizione d’attacco. L’ipotesi di una “Pearl Harbour elettromagnetica” ventilata dall’ex Cia Woolsey

Una guerra ibrida con cyber attacchi e fake bomb per fomentare il casus belli e poi attaccare, magari passando per la Bielorussia. Oppure una “Pearl Harbour” elettromagnetica, con l’esplosione di un ordigno atomico per far saltare il nostro sistema elettrico. Gli scenari d’attacco della Russia all’Ucraina sono tutti sul tavolo mentre Mosca smentisce l’intenzione di attaccare mercoledì 16 febbraio. Aggiunge che è disposta a negoziare. E intanto però sposta in posizione d’attacco unità di artiglieria e lanciarazzi. Intanto oggi a Kiev è atteso il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio mentre il cancelliere tedesco Olaf Scholz volerà a Mosca dove incontrerà il presidente russo.


Piano A: false bombe e vera guerra

Il primo scenario delineato in queste ore è quello della guerra ibrida. Mentre gli analisti giudicano come troppo esigui i 147 mila soldati schierati al confine, Mosca ha molte opzioni per muovere guerra a Kiev. Una di queste, spiega oggi La Stampa, è proprio la falsa bomba. In questi giorni la polizia ucraina ha ricevuto centinaia di allarmi bomba rivelatisi falsi: fake news con fake bombs. «Vogliono destabilizzarci dall’interno», sostiene con il quotidiano Viktor Zhora, vicedirettore dei Servizi di protezione della Comunicazione di Kiev. L’obiettivo è indebolire progressivamente il paese provocando malcontento e proteste come quelle fomentate nell’est nel 2014. Il tutto per giustificare un intervento. L’escalation, secondo questo piano, prevedrebbe uno schema consequenziale di cyber attacchi, sabotaggi e manovre di quinte colonne. Fino a trovare un casus belli.


In questa ottica e all’interno di questo scenario c’è l’ipotesi del false flag con video falso già paventata dall’intelligence americana nei giorni scorsi. Nel filmato verrebbe mostrato un attacco delle forze ucraine al Donbass. Per fornire una giustificazione al contrattacco russo. E risolvere così uno dei punti (insieme alla Nato e alla Crimea) sul tavolo del contrasto diplomatico. Come sta controbattendo questa strategia l’Occidente? Per ora ha deciso di svelare tutte le notizie che l’intelligence riesce a portare all’attenzione del governo. Con l’obiettivo di “bruciare” i tentativi russi di trovare la miccia e l’accendino per far scoppiare la crisi. La strategia di Biden di svelare le mosse di Putin per fermarlo, come l’ha definita il New York Times, potrebbe però non bastare.

Una Pearl Harbour elettromagnetica

Ma c’è anche lo scenario peggiore. E lo delinea oggi James Woolsey, oggi professore e direttore della Cia dal 1993 al 1995, in un’intervista a Repubblica. «Oltre all’attacco di terra, Mosca sarebbe anche in grado di provocare una Pearl Harbor elettromagnetica, facendo esplodere un ordigno atomico per generare un impulso capace di far saltare il nostro sistema elettrico». Anche qui, secondo Woolsey, la partita prevede una dissimulazione: «Non condurrebbe l’attacco direttamente, ma farebbe un’operazione “false flag”, per poi scaricare la colpa su altri. Potrebbero usare un gruppo terroristico, uno stato canaglia tipo la Bielorussia, o magari fingere che sono stati gli ucraini».

Da qui in poi la strada sarebbe facilmente tracciata. Secondo gli analisti militari tra le nove rotte d’attacco a disposizione la Russia sceglierebbe quella che porta più rapidamente possibile a Kiev. E questo spiega la repentina fuga dei diplomatici dalla Capitale. In un’analisi pubblicata su Atlantic Council, l’esperto Tyson Wetzel spiega che i russi punterebbero a garantirsi la superiorità aerea con missili ad alta precisione che colpirebbero obiettivi militari e civili. E il passaggio preferito, nel caso, sarebbe quello dalla Bielorussia.

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