Susanna Tamaro: «Il Green pass limita l’Italia, è l’ora di una tana libera tutti»

La scrittrice chiede al governo di eliminare il lasciapassare: «Prima o poi moriremo tutti. Intanto però sarebbe bello che potessimo riprendere a vivere»

La scrittrice Susanna Tamaro oggi è autrice di un lungo articolo sul Corriere della Sera in cui chiede al governo Draghi di togliere il Green pass. Perché il paese ha bisogno di essere sollevato dall’ossessione dei decreti. E anche di una “tana libera tutti”, come quando da bambini si giocava a nascondino.


La scienza però ci dice che, vaccinati e non vaccinati, ci scambiamo comunque tutti allegramente il contagio. In quest’ottica risulta anche difficile capire l’attribuzione taumaturgica del Green pass. Personalmente non ho alcuna osservazione morale, filosofica o politica su questo importante documento. […] Ma se ci contagiamo tutti in continuazione che senso ha? Non costituisce piuttosto un importante fattore di rischio? Con il super green pass, magari addirittura illimitato, una persona, soprattutto giovane, si sente appunto super sicura e abbandona quelle cautele che, davanti a un’epidemia così insidiosa, bisognerebbe pur sempre continuare a mantenere.

E il fatto che si impedisca alle persone che non hanno ancora fatto la terza dose, come me ora, di avere qualsiasi tipo di vita sociale non è qualcosa che, oltre a ledere i diritti fondamentali della persona, dà anche il colpo di grazia ai negozi e ai parrucchieri che fin qui, con le unghie e con i denti, hanno tentato di resistere?


E quindi, conclude Tamaro:

Caro presidente, credo che anche lei durante l’infanzia abbia giocato a nascondino, si ricorda quel momento magico in cui il bambino più abile e veloce riusciva a toccare l’albero gridando: «Tana libera tutti»? Ecco, forse il nostro amato Paese ha bisogno proprio di questo, di lasciare alle spalle il dolore, la paura, l’impotenza, gli ossessivi controlli polizieschi per permettere alle energie vitali di rinascere e affrontare il periodo comunque economicamente difficile che ci aspetta.

Verranno nuove epidemie, certo, — come ci viene funestamente ricordato ogni santo giorno dai media — ma tutti i viventi lottano costantemente contro gli agenti patogeni, in questo caso però la pandemia è alle spalle e continuare a ipotizzare catastrofi future è, da tutti i punti di vista, una follia. Comunque una profezia la posso fare anch’io. Prima o poi moriremo tutti. Intanto però sarebbe bello che potessimo riprendere a vivere.

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