Niente bonus edilizio a chi non rispetta i diritti dei lavoratori: la stretta del governo Draghi

L’esecutivo inasprisce le pene e mette nuovi paletti per evitare truffe e premiare le aziende virtuose

«Nessun bonus edilizio a chi non rispetta i diritti dei lavoratori». Le parole del ministro della Salute Roberto Speranza, su Facebook, sono chiare e non lasciano spazio a interpretazioni. «Nel Consiglio dei ministri di ieri 18 febbraio abbiamo deciso di mettere al centro la salute e la sicurezza sul lavoro, subordinando l’ottenimento dei bonus all’applicazione dei contratti collettivi nazionali. È un passo avanti nella direzione giusta», ha aggiunto. Speranza si riferisce alla norma fortemente voluta dal ministro del Lavoro Andrea Orlando che, di fatto, subordina la concessione dei bonus all’applicazione dei contratti collettivi nazionali di settore. Questo è «un passo importante per il settore e, in generale, in termini di utilizzo della spesa pubblica per migliorare la qualità del lavoro», ha commentato Orlando oggi 19 febbraio. Purtroppo si rileva che, anche grazie ai bonus, è cresciuta «l’improvvisazione» attraverso la quale è stata reclutata la manodopera mettendo a rischio la salute dei lavoratori. Un provvedimento che si inserisce nel decreto approvato ieri dal Consiglio dei ministri per il contrasto delle frodi in materia di edilizia. Il governo Draghi, dunque, ha corretto le norme sulla cedibilità dei crediti fiscali legati ai vari bonus, da quello per le facciate all’ecobonus fino al Superbonus 110%. Inasprite, tra l’altro, le misure di contrasto alle frodi.


Cosa prevede il decreto

L’esecutivo da una parte ha dovuto “sbloccare” il mercato dell’edilizia, che si era in parte fermato a causa di norme troppo stringenti, dall’altra ha dovuto inserire norme che ponessero fine alle truffe ai danni dello Stato, che sono già costate troppo alle casse del nostro Paese. Da qui l’idea di ampliare la possibilità di cedere i crediti fiscali legati alle varie tipologie di intervento che, invece, l’ultimo decreto aveva ridotto a una, come scrive oggi La Stampa. A questo, però, è stato aggiunto il cosiddetto bollino di garanzia, ovvero un codice identificativo unico da apporre ai crediti così da tracciare, nella massima trasparenza, ogni passaggio. Previste, infine, multe salatissime per i tecnici che dichiarano il falso, omettono informazioni o attestano falsamente la congruità delle spese. Si parla di sanzioni che possono arrivare fino a 100 mila euro oltre al carcere fino a 5 anni.


Foto in copertina di repertorio: ANSA/JESSICA PASQUALON

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