Crisi Russia-Ucraina, Renzi lascia il board della società russa Delimobil

La minaccia delle sanzioni occidentali e l’attacco di Mosca contro l’Ucraina hanno spinto diversi ex premier europei a lasciare i propri incarichi per società società russe

L’ex premier Matteo Renzi si è dimesso dal board di Delimobil, la principale azienda russa che fornisce servizi nel car-sharing fondata dall’imprenditore italiano Vincenzo Trani, presidente della Camera di commercio italo-russa. Come reazione immediata all’attacco russo contro l’Ucraina, scrive il Financial Times, anche l’ex premier finlandese Esko Aho, e l’ex cancelliere austriaco, Christian Kern, hanno abbandonato i propri ruoli nelle società russe in cui erano coinvolti. Aho era da sei anni nel consiglio di amministrazione della più grande banca russa, la Sberbank, per cui svolgeva il ruolo di amministratore indipendente ed era membro del consiglio di sorveglianza. L’ex premier finlandese ha spiegato di essersi dimesso per motivi personali non legati con la banca, giustificate dalla minaccia delle sanzioni occidentali anche su di lui. L’ex cancelliere austriaco Kern invece ha lasciato questa mattina il consiglio di amministrazione delle ferrovie russe Rzd.


Renzi non ha commentato la sua decisione al Financial Times, confermando solo di aver inviato un’email questa mattina al Cda di Delimobil in risposta all’azione militare russa. Il suo ingresso nel board della società russa aveva già scatenato duri attacchi lo scorso autunno da parte di Pd e M5s, che lo avevano accusato di conflitto di interessi con il suo ruolo da senatore. «Le mie attività sono pubbliche, trasparenti e rispettano le leggi», aveva risposto alle accuse il 12 ottobre scorso da Potenza. A criticare la scelta di Renzi di entrare in Delimobil tra le fila del Pd era stato Beppe Provenzano che lo aveva invitato a lasciare la politica: «Se vuole continuare a fare il businessman: sono due mestieri diversi».


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