Le regole anti Covid per i rifugiati ucraini in Italia, Sileri: «Niente Super Green pass: offriremo vaccini e tamponi»

Entro domani 4 marzo il ministero della Salute chiarirà come funzionerà l’accoglienza degli ucraini in Italia sotto il profilo sanitario

Ai rifugiati che arrivano in Italia in fuga dai bombardamenti in Ucraina non sarà richiesto il Green pass rafforzato, cioè quello che prevede l’avvenuta vaccinazione anti Covid o la guarigione. A confermarlo è il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri che a Radio1 ha anticipato i primi dettagli su una circolare del ministero in arrivo entro domani su come sarà organizzata l’accoglienza degli ucraini dal punto di vista sanitario. Sileri ha spiegato che lo stesso status di rifugiato: «consente l’accesso alla nostra sanità». La circolare dovrebbe quindi prevedere le procedure previste per chi arriva dal territorio ucraino, a cominciare dal tampone come prima verifica sulla presenza o meno di contagio di Coronavirus, oltre alla possibilità di sottoporsi alla vaccinazione che resta facoltativa anche nel caso dei rifugiati. È sempre lo status di rifugiato, spiega Sileri, che: «non prevede l’obbligo del super Green pass, è chiaro che noi offriremo la vaccinazione, ma quello che serve alle persone che giungono da noi è un abbraccio». Gli spostamenti per i rifugiati sui mezzi pubblici, che siano autobus o treni, sarà consentito dopo: «un controllo mediante tampone». In Italia sono previsti circa 800 mila rifugiati. Una cifra imponente rispetto al piano del ministero dell’Interno che per il momento avrebbe individuato 13 mila posti tra centri di accoglienza straordinaria e punti di accoglienza diffusi sul territorio.


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