Draghi alla Camera: «Accolti finora quasi 24 mila profughi ucraini: o fanno il tampone ogni 2 giorni o accettano i vaccini» – Il video
«La crisi umanitaria è senza precedenti dal dopoguerra. Per farvi fronte l’Unione europea ha applicato per la prima volta dal 2001 la direttiva sulla protezione temporanea e anche questo testimonia la compattezza dell’Ue». Con queste parole il premier Mario Draghi apre il question time alla Camera dei deputati, rimarcando quanto sia indispensabile mantenere «una unità di intenti e di azioni, che ci vede in prima linea». Secondo i numeri pronunciati dal presidente del Consiglio, su dossier del Viminale, fino alla giornata di ieri sono arrivati 21.095 cittadini ucraini in fuga dalla guerra. Oggi sono saliti a 23.872, e vengono principalmente dalla frontiera italo-slovena. Oltre il 90 per cento dei civili che scappano dalle zone del conflitto russo ucraino sono donne e bambini. Stando ai dati, 12.000 donne, 2.200 uomini e 9.700 bambini. Il flusso – ha commentato Draghi – è «certamente destinato ad aumentare».
Sul fronte sanitario, il premier è stato irremovibile: «I profughi o fanno il tampone ogni 48 ore o accettano di vaccinarsi. Il dipartimento della protezione civile provvede alla ricognizione dei posti letto e al trasferimento pazienti inoltra agli ucraini nei centri di prima accoglienza è prevista assistenza sanitaria, sociale, psicologica, orientamento legale e corsi di lingua italiana. Nei centri sono previsti servizi anche finalizzati all’integrazione e alla formazione professionale». Per quanto riguarda invece le sanzioni, Draghi ha fatto capire che per durare devono essere sostenibili. «Noi non abbiamo intenzione di derogare dal regime di sanzioni ma dobbiamo fare di tutto per renderle sostenibili al nostro interno. L’impegno sanzionatorio deve essere idealmente uguale all’aiuto alle famiglie e imprese e come ho già detto sostenere i più deboli».
Sotto il profilo delle misure di spesa legate all’emergenza, il premier ha parlato dell’impegno a intervenire con forza per tutelare il potere d’acquisto. L’intenzione – ha chiarito – è quella di «mantenere una politica di bilancio prudente, che non implichi nuove rilevanti misure permanenti di spesa ma permetta tutti gli interventi necessari a sostenere l’economia ora, nell’emergenza». Dunque ha spiegato di essere al lavoro anche in sede Ue per chiedere alla commissione misure che aiutino ad affrontare l’emergenza dei prezzi dell’energia. Tema affrontato lunedì con la presidente Ursula von der Leyen e che sarà affrontato anche domani al consiglio europeo informale. Per quanto riguarda il Pnrr ha detto con chiarezza che secondo lui è prematuro prospettare una revisione. Draghi ha poi risposto sul tema del nucleare, un dossier verso il quale «l’impegno tecnico ed economico è concentrato sulla fusione a confinamento magnetico, che attualmente è l’unica via possibile per realizzare reattori commerciali in grado di fornire energia elettrica in modo economico e sostenibile. La strategia europea per l’energia da fusione – ha spiegato – è sviluppata dal Consorzio EUROfusion, che gestisce fondi Euratom pari a oltre 500 milioni di euro per il periodo tra il 2021 e il 2025. Questo consorzio prevede l’entrata in funzione del primo prototipo di reattore a fusione nel 2025-28».
Il presidente ha poi ringraziato a nome del governo «tutti coloro che si sono mobilitati spontaneamente per sostenere la popolazione ucraina: associazioni di volontariato, terzo settore, amministratori locali imprese, singoli cittadini e famiglie che stanno mandando aiuti e offrendo ospitalità e assistenza ai profughi con grandissima generosità e profonda umanità». Poi ha inviato un pensiero anche ai cittadini russi che manifestano contro la guerra: «La forza di un paese e di una democrazia si misura con la capacità di difendere la dignità umana, la convivenza e l’amicizia tra i popoli . Il mio pensiero va anche ai cittadini russi che condannano le violenze ai danni del popolo ucraino».
Video in copertina: Vista/Alexander Jakhnagiev
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