Ucraina, la testimonianza di un italiano bloccato a Cherson: «Se provi a scappare, i russi ti sparano»

Il 35enne Giovanni Bruno: «La città è circondata. Abbiamo le provviste limitate. Speriamo ci tirino presto fuori di qui»

«Se qualcuno prova a scappare, gli sparano». A dirlo è un cittadino italiano bloccato a Cherson, Giovanni Bruno. Nella città ucraina occupata dall’esercito russo, e teatro da giorni di proteste contro le forze di Mosca, «è tutto bloccato. La città è circondata. Usciamo solo per cercare di procurarci i beni di prima necessità. Ma ormai non si trova quasi più niente, mancano cibo e medicine», ha detto Bruno, 35 anni. Con lui a Cherson sono bloccate la moglie, di nazionalità ucraina, e la figlia di 22 mesi. Complessivamente, tra Cherson e Nova Kachovka, sono circa 40, tra italiani e familiari ucraini, le persone impossibilitate a partire. «Siamo in contatto con la Farnesina, ma per ora non ci sono possibilità di evacuazione», ha spiegato. «Abbiamo le provviste limitate. Speriamo ci tirino presto fuori di qui», ha aggiunto Bruno. Il 35enne ha raccontato che quando scattano gli allarmi aerei «ci incastriamo tra due muri, tra i pilastri, con la speranza che reggano. Non ci possiamo muovere, ci hanno sconsigliato di andare nel bunker che ha una sola entrata, presidiata dai militari. E comunque siamo al settimo piano, anche fuggire non sarebbe immediato».


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