Gas, il rimedio di Cingolani: «Due navi da rigassificazione per ridurre il gas russo». Le incognite sul possibile stop improvviso da Mosca

È una corsa contro il tempo quella di Snam, incaricata dal governo italiano di comprare due strutture galleggianti per la rigassificazione. Secondo il ministro per la Transizione ecologica sono poche e tanti Paesi sono interessati

Arriveranno anche due navi da rigassificazione per affrontare i prossimi mesi in cui l’Europa, Italia compresa, dovrà fare sempre più a meno del gas importato dalla Russia. Il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani ha annunciato durante l’informativa alla Camera di oggi 22 marzo che è stato dato incarico a Snam perché vengano rapidamente acquistate le due navi, considerando anche la carenza di rigassificatori in Italia: «Le unità galleggianti – ha spiegato il ministro – hanno il vantaggio che possono essere utilizzate finché servono e tolte in qualsiasi momento. Non sono infrastrutture permanenti – ha chiarito – ma possono fornire un grandissimo contributo all’autonomia energetica dalla Russia». L’aspetto negativo però sarebbe il fattore tempo, visto che le navi a disposizione sarebbero poche e prevedibilmente sarebbero tanti i Paesi interessati ad acquistarle. Nell’ipotesi invece che la Russia interrompa improvvisamente le forniture di gas per l’Italia, l’Italia sarebbe in grado di reggere il colpo.


Secondo Cingolani uno stop completo dei flussi dalla Russia: «Non dovrebbe comportare problemi di fornitura interna ed eventuali picchi di domanda potrebbero essere assorbiti modulando i volumi di stoccaggio, ridotti in questo momento dell’anno, o con altra capacità di import. Problemi per assicurare la fornitura per tutti i consumatori potrebbero avvenire solo in caso di un picco inatteso di freddo a fine marzo o di contestuali altri eventi catastrofici su rotte di importazione». Nel breve periodo aiuterebbero le condizioni climatiche, ha spiegato il ministro, con la contestuale: «riduzione della domanda di gas per uso civile di circa 40 milioni di metri cubi al giorno. Nel medio termine – ha aggiunto Cingolani – è la fase più delicata perché è necessario riempire gli stoccaggi al 90%, procurandosi circa 12 miliardi di metri cubi entro il prossimo inverno».


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