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La corte di Cassazione ha dato il via libera ai referendum su cittadinanza, Jobs Act e sicurezza sul lavoro

12 Dicembre 2024 - 17:30 Antonio Di Noto
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La Corte di Cassazione ha dato il via libera ai referendum su Jobs Act, sulla cittadinanza e sulla sicurezza sul lavoro. Dopo le rispettive raccolte firme, i quesiti referendari fanno così un ulteriore passo in avanti. In base alle norme che regolano il processo, il voto potrebbe tenersi nel corso del 2025, tra il 15 aprile e il 15 giugno.

Il referendum sulla cittadinanza

Il referendum cittadinanza prevede il «dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana». Secondo le stime citate dai promotori, sarebbero 2,5 milioni le persone che potrebbero diventare italiane grazie alla misura.

Il referendum sul Jobs Act

Sul Jobs Act i quesiti sono tre. Si propone di abrogare le norme che hanno introdotto il contratto a tutele crescenti e impediscono la reintegrazione nel posto di lavoro in caso di licenziamenti ingiustificati di lavoratori assunti dopo marzo del 2015, tornando a una regolazione della materia sulla base dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori. Il secondo quesito prevede di estendere la disciplina ordinaria dell’articolo 18 ai licenziamenti delle aziende con meno di 15 dipendenti. Il terzo quesito intende reintrodurre l’obbligo di indicare per qualsiasi contratto a termine la c.d. causale, ovvero la motivazione delle ragioni per cui si usa il contratto. Un obbligo che non esiste più dal 2012.

Il referendum sulla sicurezza sul lavoro

Il quarto quesito si rivolge invece alla materia degli appalti, proponendo l’abrogazione delle norme che impediscono, in caso di infortunio sul lavoro negli appalti, di estendere la responsabilità all’impresa appaltante.

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