Il senatore che non vuole sentire Zelensky: «Putin? Ha un giubbotto da 12 mila euro, che gliene frega dell’Europa?»

Emanuele Dessì, ex M5s ora comunista: «La mia solidarietà va al popolo ucraino e a quello russo, non ai governanti»

Il senatore Emanuele Dessì, eletto nel M5s e ora comunista, è uno dei parlamentari che ha annunciato di non voler ascoltare il discorso del presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky. In un’intervista a Repubblica oggi Dessì spiega che Zelensky «non ha nulla da dirmi. La sua posizione è rispettabilissima, ma di parte. La mia solidarietà va al popolo ucraino, non ai suoi governanti. Così come a quello russo». Per Dessì, il presidente «doveva impedire che i suoi battaglioni aggredissero chi invocava l’autonomia nel Donbass. È come se da noi in passato il capo del governo – chessò Renzi o Berlusconi – avesse mandato l’esercito contro la Lega che chiedeva l’autonomia di Lombardia e Veneto». E Putin? «Se fossi stato al posto di Putin avrei adottato le stesse sanzioni assunte dall’Occidente nei suoi confronti: avrei decuplicato il prezzo del gas». Mentre per quanto riguarda Kiev, «il suo presidente la deve smettere di chiedere aiuti militari perché ormai l’invasione c’è stata». Dessì dice di avere tre figli e di non volerli mandare in guerra per Zelensky. E aggiunge che l’invio di armi è stato sbagliato perché «alimentano il conflitto». Infine, secondo il senatore non c’è il rischio che il conflitto si allarghi ad altri paesi: «Ma che gliene frega a Putin del resto d’Europa? L’ha visto che va in giro col giubbotto da 12 mila euro?».


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