Zelensky domani interviene alla Camera: chi sono i parlamentari che daranno forfait

L’appuntamento è per domani 22 marzo alle 11: sarà assente il gruppo di Alternativa, e molti del M5s non si presenteranno. Pesa soprattutto il forfait di Vito Petrocelli, presidente della Commissione Esteri del Senato

Domani 22 marzo, alle ore 11, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha già fatto il giro dei più importanti parlamenti del mondo, da Israele agli Usa, dal Canada al Regno Unito, sarà in videocollegamento con deputati e senatori italiani, riuniti alla Camera. Parteciperà anche il premier Mario Draghi – insieme ai presidenti di Camera e Senato e all’ambasciatore ucraino Yaroslav Melnyk – mentre sarà assente il gruppo di Alternativa (in tutto sono 17 parlamentari, si tratta dei fuoriusciti dal M5s). Non ascolteranno il leader ucraino poiché – dicono – «essere solidali con l’Ucraina non significa dover assecondare una propaganda mirata ad alzare il tiro su richieste incessanti di interventi bellici come la no fly zone o l’invio di truppe che comporterebbero per l’Italia e l’Europa l’ingresso ufficiale in un conflitto mondiale». Definiscono, infatti, l’evento come «una forzatura, un’operazione di marketing». Tra i grillini – dove non si può negare qualche malumore – non ci saranno Davide Serritella «per altri impegni fissati da tempo», Vincenzo Presutto ed Enrica Segneri (che non si sente affatto filorussa): solo 30 i senatori grillini che hanno confermato la loro presenza.


Anche (e soprattutto) il presidente M5s della commissione Esteri del Senato, Vito Petrocelli, non sarà in Aula. Ha già votato contro la risoluzione sulla guerra in Ucraina ed è sempre stato in totale disaccordo con l’invio di armi a Kiev. Conte ha derubricato il suo caso a una posizione personale. Il clima, dunque, sembra essere teso, il discorso invece si preannuncia duro, come già accaduto nei precedenti interventi di Zelensky che ha chiesto più sanzioni, più armi, più fatti e meno parole. Per il leader del M5s, Giuseppe Conte, la linea del Movimento è chiara: «Siamo fermi nella condanna della Russia per questa aggressione militare non provocata, non giustificata. Dobbiamo però lavorare anche perché il governo, la comunità europea e quella internazionale a tutti i livelli istituzionali facciano la massima pressione per indirizzare il conflitto verso una soluzione politica, non c’è altro orizzonte che una soluzione politica», ha detto.


«Far parlare loro due (Draghi e Zelensky, ndr) non porta a nulla. Semmai avrebbe senso organizzare una conferenza di pace», spiega Andrea Colletti, ex grillino e oggi nel gruppo Alternativa. Per la Lega, invece, sarà assente Simone Pillon, in missione a Londra, oltre a Vito Comencini e al deputato Claudio Borghi: «Non ci sarò perché faccio il mio turno in commissione Bilancio. Mi sarebbe interessato sentirlo». Presenti, invece, Matteo Salvini e il dem Enrico Letta. In Forza Italia rischiano di non esserci Veronica Giannone e Matteo Dall’Osso. Al Senato, invece, il gruppo degli azzurri dovrebbe essere compatto: «Non abbiamo problemi ideologici. Indicativamente ne avremo 33 in Aula e la restante parte in tribuna», dice la capogruppo di Forza Italia al Senato, Annamaria Bernini. Non dovrebbe presentarsi nemmeno la senatrice del Misto, ex grillina, Bianca Laura Granato.

La polemica su Bianca Laura Granato

«Putin sta conducendo una battaglia per tutti noi. A Putin dico: uniamo le forze per sconfiggere insieme l’agenda globalista». Queste le parole della senatrice Bianca Laura Granato che hanno sollevato un polverone (insieme all’invito ad ascoltare anche Putin). Lei, però, ha tenuto a precisare di non ritenersi affatto una filorussa: «Non sono coinvolta nella campagna di disinformazione russa ad alcun titolo, non sono in contatto con esponenti della Federazione russa, quindi non posso propagandare notizie carpite da fonti privilegiate: sono solo una parlamentare che esprime opinioni libere rispetto a fonti dirette ufficiali e di dominio pubblico». Sul messaggio che domani Zelensky farà al Parlamento italiano, però, sostiene: «Continuo a dire che è altrettanto necessario ascoltare il presidente russo Putin. Io sono contraria a questa guerra, come la maggioranza degli italiani. Il governo italiano e la stampa mainstream con queste prese di posizione, anziché favorire il processo diplomatico che potrebbe portare alla pace, alimentano l’escalation verso un sempre più probabile conflitto mondiale, cercando di farlo passare come ineluttabile».

Cosa farà la galassia degli ex 5stelle

Le posizioni tra gli ex 5 Stelle sono diverse. Gli ex grillini di Alternativa hanno deciso, compatti, di non essere in Aula. Al Senato Barbara Lezzi ha confermato la sua presenza mentre Nicola Morra ha detto di essere «fuori per lavoro». Emanuele Dessì, ex senatore M5s, passato ora al Partito comunista, non ci sarà così come Gianluigi Paragone a capo di Italexit. Incerta la ex 5 Stelle, ora al Misto, Paola Nugnes: «Ne stiamo ragionando». Ci sarà, invece, Alessio Villarosa, deputato vicino ad Alessandro Di Battista: «Ho votato no all’invio alle armi e al dl Ucraina ma domani per esserci partirò alle cinque del mattino dalla Sicilia per essere puntuale: vanno ascoltati tutti». Presente anche Michele Sodano: «Certo che vado, la Camera è convocata!». Per quanto riguarda la componente dei Verdi, invece, netta è la posizione del presidente, Cristian Romaniello, anche lui ex M5s: «Quando si fa analisi politica è sempre positivo. Poi noi come Verdi simpatizziamo e lavoriamo per il popolo ucraino e quindi non ci sentiamo di mettere in discussione quello che si decide di fare». Facciamo Eco, invece, lascia libertà a tutti gli iscritti. Potranno decidere in autonomia: «Personalmente non parteciperò ma non perché non sia solidale con gli ucraini, ci mancherebbe. Non mi pare però utile la spettacolarizzazione di una questione così seria. E se Zelensky domani ci facesse delle richieste poi come ci comportiamo? Preferirei per questo che fosse il governo a fare da tramite e a venire in Aula a darci notizie», dice Andrea Cecconi.

Foto in copertina: ANSA/ FACEBOOK

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