«La missione russa in Italia? Vennero per fare cose buone e altre meno buone»

Il generale Vecciarelli, ex capo di stato maggiore della Difesa: «Volevano informazioni su Covid-19, ma noi non gli permettemmo di spiare»

I medici e i militari russi vennero in Italia nel marzo 2020 per aiutarci nell’emergenza Coronavirus, ma anche per altro. Parola del generale Enzo Vecciarelli, Capo di Stato Maggiore della Difesa fino allo scorso novembre. «L’assetto militare atterrato a Pratica di Mare era diverso da quelli precedenti», ricorda il generale in un’intervista rilasciata a Simone Canettieri per Il Foglio. «I russi vennero nel nostro paese per fare cose buone e altre meno buone», aggiunge in maniera sibillina. «Sicuramente portarono nei territori come Bergamo personale medico e attrezzature per la logistica. Ma provarono anche a fare altro». Ovvero «l’utilizzo di macchinari non omologati, e mi fermo qui». Il ponte aereo con Mosca è stato pagato dall’Italia, anche se tutti i documenti sono stati secretati. Ma ci fu un’attività di intelligence? «Che Mosca avesse organizzato l’operazione per avere informazioni su Covid-19 lo posso confermare», risponde Vecciarelli. «Ma noi non glielo permettemmo. Mettemmo al fianco della colonia russa i nostri uomini, insomma il contingente non fu mai lasciato solo».


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