Uccidere Putin: di cosa si parla nell’articolo della Stampa che ha fatto arrabbiare l’ambasciatore russo

Sergey Razov ha querelato Domenico Quirico: «Istigazione a delinquere e apologia di reato»

Teorizza l’omicidio di Vladimir Putin come unica via d’uscita alla guerra della Russia in Ucraina l’articolo intitolato Guerra Ucraina-Russia: se uccidere Putin è l’unica via d’uscita di Domenico Quirico su La Stampa che ha provocato la reazione dell’ambasciatore russo Sergey Razov. La feluca ha depositato una denuncia-querela nei confronti del giornalista e del quotidiano: «Non c’è bisogno di dire che questo è fuori dall’etica e dalla morale e dalle regole del giornalismo. Nel codice penale della Repubblica italiana si prevede la responsabilità per l’istigazione a delinquere e l’apologia di reato. In precisa conformità alla legislazione italiana oggi mi sono recato in Procura per presentare una querela con la richiesta alle autorità italiane di esaminare obiettivamente questo caso. Confido della giustizia italiana». Nell’articolo di Quirico si sostiene che l’omicidio del tiranno sia la soluzione alla crisi:


L’unico dibattito è quello pratico, materialistico: il tirannicidio ha dimostrato di avere alte probabilità di successo? Ovvero morto il despota cosa succede? Il nocciolo della questione, cinicamente imposto, non è se un assassinio sia mai giustificabile ma se l’assassinio sia efficace. Dovete poter rispondere che lo è: che ci consentirà cioè di raggiungere, nella Russia di oggi e in questa situazione di guerra, obiettivi altrimenti inaccessibili a causa del controllo ferreo che Putin esercita sul Paese; o per l’impossibilità in tempi brevi che perda la guerra e venga travolto dalla sconfitta. Che è più sicura tagliola in cui hanno lasciato le zampe lupi assai più astuti e feroci di lui.


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