I due scenari sulla guerra in Ucraina: «Putin ha sbagliato i piani ma può vincere in due settimane»

Secondo l’intelligence Mosca è in difficoltà sul campo e il suo esercito è deludente. Ma c’è chi fa notare che la situazione si potrebbe rovesciare presto

Da giorni numerosi rapporti di intelligence provenienti sia dagli Stati Uniti che dalla Gran Bretagna ci fanno sapere che la guerra di Putin in Ucraina è in una fase di stallo. Nonostante lo strapotere sul campo, Mosca ha sbagliato i piani di invasione e ora si trova in grande difficoltà sul campo, dove Kiev riesce a riprendere le postazioni conquistate o abbandonate. C’è di più: secondo fonti della Difesa Usa per la prima volta dall’inizio del conflitto la potenza di combattimento della Russia è finita sotto il 90%. E questo a causa delle continue perdite che deve subire per i contrattacchi degli ucraini. Che beneficiano anche delle armi inviate dall’Occidente. Ma davvero Putin sta perdendo la guerra in Ucraina? E davvero l’offensiva è bloccata su tutti i fronti, come sostengono alcuni esperti?


La scarsa pianificazione russa

Di certo c’è che lo scenario di partenza era diverso. Putin forse immaginava una guerra-lampo, la ribellione dell’esercito a Zelensky e la sua destituzione in tempi rapidi. Non è andata così. E in più, come ha spiegato il generale Giorgio Battisti, è probabile che Mosca abbia inviato meno soldati rispetto a quelli necessari per un’avanzata rapida. C’è di più. «Sembra che la campagna d’Ucraina stia incontrando maggiori difficoltà del previsto in termini di avanzamento» ha detto ad Al Jazeera il professor John R. Deni, docente presso lo Strategic Studies Institute dell’US Army War College. «Questo è molto probabilmente il risultato di una scarsa pianificazione, di un morale scadente, di una logistica inferiore e della dura resistenza delle forze ucraine». Della stessa opinione il portavoce del Pentagono John Kirby, che ha parlato ieri con la Cnn: «Stiamo vedendo contrattacchi delle forze ucraine contro Mosca. I russi sono in difficoltà».


Per questo, spiega oggi Repubblica, due visioni contrapposte della guerra e dei suoi esiti si stanno sviluppando in queste ore. La prima è che Putin stia perdendo, si sente con le spalle al muro e alza il livello dello scontro. Un esempio sono i missili ipersonici o il bombardamento dalla Crimea. E per questo Mosca agita anche lo spauracchio nucleare. La seconda versione invece è più complessa. E sostiene che sì, Mosca ha fallito gli obiettivi iniziali dell’invasione. Ma adesso ha corretto la sua tattica. Come? Con i bombardamenti delle città. Che terrorizzano i civili ma distruggono i depositi d’armi, i mezzi, il carburante e tutto quello che serve a Kiev per resistere. Per questo la situazione si potrebbe rovesciare. Trasformando così l’iniziale sconfitta in una vittoria sul terreno. Che potrebbe arrivare anche nel giro di un paio di settimane.

10 mila morti russi?

Secondo fonti militari americane Putin aveva pianificato la fine dell’”Operazione speciale” per il 6 marzo. E il fallimento della previsione è sotto gli occhi di tutti. Ma adesso, con il cambio di tattica che potrebbe mettere in ginocchio l’Ucraina, la guerra potrebbe essere vinta sul campo. Con la conquista delle città, ovvero l’obiettivo di questa fase. Anche se dovrà sopportare altre perdite. Nei giorni scorsi un media russo ha sostenuto che fossero arrivati quasi a 10 mila i morti russi nel conflitto. Poi l’articolo è stato cancellato. Ma, spiega il generale Jérôme Pellistrandi a BfmTv, la stima è credibile: «La cifra di 9.861 morti sembra abbastanza coerente con le stime dei servizi occidentali che hanno interesse ad avere le cifre più precise possibili in questa battaglia mediatica», sostiene. E questi conti si basano anche su teoremi non ufficiali ma ben noti ai militari: «Una regola è che per conoscere il numero di morti di un esercito bisogna prendere il numero di veicoli distrutti e moltiplicarlo per quattro. Di solito, poi c’è un rapporto di uno a tre tra il numero dei morti e quello dei feriti».

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