Lo sciopero e il blocco del varco Etiopia al porto di Genova: «Stop alle navi delle armi in Ucraina»

Lo slogan è «Stop al traffico di armi nei porti» e la protesta è accompagnata da fumogeni e striscioni

Il varco Etiopia del porto di Genova è bloccato dalle 6 di stamattina dai lavoratori portuali che aderiscono a Usb e Calp, insieme a studenti, rappresentanti del movimento No Tav e altre associazioni. Lo slogan è «Stop al traffico di armi nei porti» e la protesta è accompagnata da fumogeni e striscioni. «Ci mettiamo la faccia ancora una volta perché crediamo che il traffico di armi sia una delle ragioni per cui ci troviamo in questa situazione – spiega Riccardo Rudino, portuale del Calp – Contrastare i traffici di armi ovunque è un buon punto di partenza per mettere fine a tutto questo». L’iniziativa, cui sta prendendo parte anche Gabriele Rubini alias Chef Rubio è stata organizzata per dire no alla guerra in Ucraina e in occasione dell’arrivo di una delle navi della flotta Bahri, diventata da anni simbolo delle cosiddette «navi della guerra», poiché- denunciano i portuali – «carica di armamenti destinati all’Arabia Saudita per il conflitto in Yemen». La nave è attesa nel porto di Genova il 12 aprile. Dopo il presidio i manifestanti, circa un centinaio, si sposteranno in assemblea al Cap.


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