Clima, il report dell’Ipcc: «Così possiamo dimezzare le emissioni entro il 2030»

Il presidente dell’Ipcc, Hoesung Lee: «Da una elettrificazione diffusa all’uso di combustibili alternativi, servono immediate trasformazioni nel settore energetico»

«Nel periodo 2010-2019 le emissioni globali medie annue di gas serra hanno raggiunto i livelli più alti della storia dell’umanità, ma il tasso di crescita è rallentato. Senza una riduzione immediata e profonda delle emissioni in tutti i settori, limitare il riscaldamento globale a 1,5°C (come previsto dalla Dichiarazione finale del G20 di Roma, ndr) è un obiettivo fuori portata. Tuttavia, ci sono prove crescenti di azione per il clima». È quanto emerge dall’ultimo rapporto del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite (Ipcc), intitolato Mitigation of Climate Change. In una nota, l’Ipcc ha sottolineato che «sono state messe in campo politiche, regolamenti e strumenti di mercato che si stanno rivelando efficaci. Se questi vengono ampliati e applicati in modo più ampio ed equo, possono supportare profonde riduzioni delle emissioni e stimolare l’innovazione». Tuttavia, secondo i ricercatori, i prossimi anni saranno critici, perché se le emissioni non saranno ridotte entro il 2030, sarà quasi impossibile limitare il riscaldamento alla fine di questo secolo. Attualmente, ha affermato il presidente dell’Ipcc, Hoesung Lee, «ci troviamo davanti a un bivio: abbiamo tutti gli strumenti e le conoscenze per per ridurre almeno del 50 per cento le emissioni entro il 2030». Questo, però, richiederà «rapide, profonde e immediate trasformazioni nel settore energetico», che consistono in «una sostanziale riduzione del consumo di combustibili fossili, elettrificazione diffusa, maggiore efficienza energetica e uso di combustibili alternativi, come l’idrogeno».


Gli scenari per l’Italia

Alla luce del nuovo report, secondo il responsabile delle Politiche Nazionali per il think tank italiano Ecco, Luca Iacoboni, la nuova documentazione «porta messaggi di speranza e di allarme. La comunità scientifica è sempre più netta: per contrastare la crisi climatica serve accelerare drasticamente l’installazione di rinnovabili, aumentare gli interventi di efficienza energetica ed elettrificare il trasporto». Al contempo, secondo Iacoboni «è necessario eliminare, gradualmente ma rapidamente, i combustibili fossili. Per questo non si può pensare oggi di espandere la produzione di gas fossile e la costruzione di nuove infrastrutture a gas, che siano gasdotti, rigassificatori o centrali elettriche a carbone riconvertite, prima di dare precedenza alle alternative pulite: serve una nuova logica di sicurezza nazionale». Questa strada sarebbe percorribile non solo diversificando le fonti, ma «implementando misure di efficienza e risparmio energetico e sbloccando il settore delle rinnovabili, ormai fermo in Italia dal 2014».


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