In Evidenza ENISiriaUSA
TECNOLOGIACaliforniaCriptovaluteGlitchLos AngelesPremio OscarTruffeUSAWill Smith

Lo schiaffo di Will Smith nella notte degli Oscar diventa una criptovaluta. E puzza già di truffa

07 Aprile 2022 - 09:27 Valerio Berra
In gergo queste monete si chiamano "memecoin". Il caso più famoso risale al 2013 ed è quello di Dogecoin

Will Smith Inu. Anche senza essere esperti investitori di criptovalute, non è difficile pensare che una moneta con questo nome non sia esattamente il miglior bene rifugio sui cui gettare tutti i risparmi. Nella Notte degli Oscar mentre i social stavano divorando il meme di Will Smith che tira uno schiaffo a Chris Rock, qualche sviluppatore nottambulo ha deciso di lanciare una criptovaluta che immortalasse la scena. Nelle sue prime ore di vita questo Will Smith Inu si poteva acquistare e inserire nel proprio portafoglio per 0,0000002176 dollari. La cripto ha seguito un andamento prevedibile. Il prezzo è esploso nelle prime ore e poi è colato a picco. Nel frattempo però ha generato scambi per un valore totale di 3 milioni di dollari, abbastanza per permettere a chi ha investito subito nel progetto (ai limiti della truffa) di guadagnarci. È il caso di Ryan Watson, un ragazzo di 29 anni di Binghamton (Stato di New York) che ha raccontato al Washington Post di aver ricavato 20 mila dollari da questa operazione: «Come mai dovrei smettere con le cripto se stanno cambiando la mia vita? Solo perché altre persone stanno perdendo soldi?».

In gergo questo Will Smith Inu è un memecoin, una cripto che ha una struttura e un progetto molto debole che nasce da un meme particolarmente in voga sui social. Nella maggior parte dei casi a queste cripto non è legata una bockchain autonoma come per Bitcoin ma si basano su blockchain già esistenti. Per utilizzare un linguaggio più appropriato queste valute digitali dovrebbero chiamarsi token. A volte queste memecoin possono trasformarsi in una truffa in piena regola, in cui chi le promuove sui social punta solo a intascarsi i soldi degli acquirenti. In questo caso parliamo di rug pull. Un caso del genere è stato registrato nei mesi scorsi con la moneta ispirata a Squid Game, lanciata sul mercato lo 20 ottobre ma mai arrivata nelle mani degli investitori.

Il caso Dogecoin, la memecoin accettata da Tesla

Non tutte le memecoin sono destinate a finire in lacrime. Il caso più famoso è quello di Dogecoin, una valuta creata da Billy Markus nel dicembre del 2013. Questa volta il volto della valuta era un cane Shiba Inu, meme molto diffuso sui social a quel tempo per ragioni che oggi sarebbe difficile capire. La community che ha scelto di investire in Dogecoin ha creduto molto nel progetto, tanto che nel maggio del 2021 aveva raggiunto una capitalizzazione di mercato di 92 miliardi di dollari. Ora il suo valore è in calo. Il tutto grazie anche all’attenzione riservata da Elon Musk che più volti ha promosso la cripto su Twitter e ora la accetta come pagamento per le sue Tesla. Il giudizio di Markus su questo Will Smith Inu e su tutte le altre memecoin degli ultimi anni è però tagliente: «Le attuali memecoin non sono nemmeno memecoin. Sono fatte da persone che cercano di arricchirsi sfruttando altre persone che cercano di arricchirsi».

Leggi anche:

Articoli di TECNOLOGIA più letti