Draghi: «Ho provato a convincere Putin a fermare l’invasione dell’Ucraina. La pace vale sacrifici»

Il presidente del Consiglio al Corriere: «Giusto inviare armi a Kiev. Il governo va avanti, ma alle prossime elezioni non mi candiderò»

«Questo governo di unità nazionale continua a voler governare. Abbiamo fatto molto e lo abbiamo fatto insieme». A dirlo è il premier Mario Draghi, in un’intervista rilasciata al direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana in cui fa un bilancio dell’azione del suo esecutivo in quattordici mesi: «Stiamo superando la pandemia; sul fronte internazionale, l’Italia è tornata a pesare come è giusto che sia; abbiamo avuto una crescita del prodotto interno lordo del 6,6%. C’è ora un rallentamento, dovuto alla guerra».


I retroscena sulla guerra in Ucraina

A proposito della guerra in Ucraina, il premier ha parlato di una conversazione avuta con Vladimir Putin prima dell’invasione russa: «Ci siamo telefonati con il presidente Putin prima dell’inizio della guerra. Ci siamo lasciati con l’intesa che ci saremmo risentiti. Alcune settimane dopo però ha lanciato l’offensiva. Ho provato fino alla fine a parlargli». Draghi ha poi raccontato che non è stato un episodio isolato: l’ha richiamato «per parlargli di pace» e di un cessate il fuoco, ma il leader del Cremlino avrebbe risposto che «i tempi non sono maturi».


L’invio delle armi in Ucraina e le sanzioni alla Russia

Draghi garantisce che «resteremo accanto ai nostri amici ucraini», e a questo proposito difende la decisione di inviare armi a Kiev: «Le sanzioni sono essenziali per indebolire l’aggressore, ma non riescono a fermare le truppe nel breve periodo. Per farlo, bisogna aiutare direttamente gli ucraini, ed è quello che stiamo facendo». Riguardo le sanzioni, della cui efficacia sono comunque «convinti tutti gli alleati», Draghi ha aggiunto che stanno aumentando i consensi alla proposta italiana di un tetto al prezzo del gas russo: se ne discuterà «al prossimo Consiglio europeo sulla base di un documento generale preparato dalla Commissione», ha spiegato. Il presidente del Consiglio dice anche che non è il caso di allarmarsi per il futuro: «Abbiamo gas negli stoccaggi e avremo nuovo gas da altri fornitori. Se anche dovessero essere prese misure di contenimento, queste sarebbero miti», ha dichiarato, specificando: «Stiamo parlando di una riduzione di 1-2 gradi delle temperature del riscaldamento e di variazioni analoghe per i condizionatori». D’altronde, ha aggiunto Draghi ribadendo un concetto già espresso negli scorsi giorni, «la pace vale dei sacrifici. Inoltre il sacrificio, in questo caso, è contenuto, pari a qualche grado di temperatura in più o in meno».

L’emergenza Covid e il futuro in politica

In chiusura, Draghi ha commentato brevemente anche la situazione legata alla pandemia di Coronavirus, e il «grande successo» della campagna vaccinale. E ha smentito le voci che lo vorrebbero sul punto di lasciare la politica a causa delle continue liti nella maggioranza: «Non sono stanco e non ho alcuna intenzione del genere. Ho però l’intenzione di governare, affrontare le emergenze secondo il mandato che il presidente della Repubblica mi ha dato lo scorso febbraio». Scaduto il quale, è «esclusa» la sua candidatura: «Alle prossime elezioni intendo partecipare come ho sempre fatto: da semplice elettore».

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